Miscellanea del giorno - 1847

( 260 ) Non era quindi di necessità assoluta che fosse mal fatta come pretende il sig. D'Azeglio. Supporre che nel nostro paese non vi sia altro mezzo per fare una legge che farla male, è un'ingiuria che si fa al principe che l'ordina, e al popolo che l'accetta ; al principe che si supporrebbe così scarso di sapienza civile da non trovare il modo di ordinare una legge buona, al · popolo che si supporrebbe così sciocco d'accettare senza lagnarsi una legge mal fatta. E se si ammettesse questa nuova teoria della necessità di avere leggi mal fatte, dove si anderebbe a finire? D'ora innanzi chi potrebbe essere accusato di tiranno? se pure non vogliamo convenire col sig. D'Azeglio che i tiranni non son più dell'età nostra. Pio IX ordinò una buona legge preventiva sulla stampa ; quì terminò l' officio del principe , e cominciò allora quello dei ministri. Dopo lunghe discussioni, dopo aver ascoltati con deferenza i consigli e le minacce di tanti che vorrebbero distrutta non solo la moderata libertà di stampare, ma la stampa stessa uscì finalmente l'editto tanto aspettato. Il popolo romano che il sig. D'Azeglio loda, e con ragione, pel suo retto criterio e per il senso pratico e giusto delle cose, non si contentò delle belle parole del preambolo , nè delle frasi spiranti moderazione che servivano ad inviluppare il pensiero di coloro i quali distesero l'editto ; ma penetrando con occhio indagatore la loro intenzione disse apertamente che quell'editto snaturando l'ottima idea del principe era stato scritto con animo deliberato di spegnere ogni libertà di discussione sugli atti e sulle istituzioni del governo. Se il signor D'Azeglio avesse interrogato allora la pubblica

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