Miscellanea del giorno - 1847

( 2t:it:i) URE\'1 CONSIDER1ZIONI SOPRA UNA LUNGA LETTERA DEL SIG. M. MASSIMO D'AZEGLIO. PREFAZIONE. Se Lamartine tornasse a viaggiare per Italia , più non le applicherebbe quell'epiteto insultatore, che a ragione eccitò la bile poetica del nostro Giusti, quello io dico di terra dei morti. L'Italia dei dì nostri è ben viva : è stupido chi non lo sente; è cieco chi non lo vede . Io tacerò del movimento fisico, e sol parlerò del movimento morale, o vogliam dire , di quell' operosità che sospinge tutti quanti sono gl'Italiani, e colti e popolo, sulla via d'un progresso, che non tutti concepiscono del pari, ma del quale sentono tutti un indefinibile bisogno; e verso uno sconosciuto avvenire, che svariatamente ciascuno si dipinge, ma del quale tutti scorgono l'incompatibilità col presente. Ora in questo mora! movimento, in questo impulso al progresso, in questo bisogno d'un migliore avvenire, il più sviluppato , il più generale, il più imperioso sentimento è quell'istinto comune , quella brama contagiosa di sapere, di leggere, di scrivere , di stampare. Invano , una polizia inetta , che non sa , o non vuoi sapere, quale e quanta, ai dì nostri, sia la forza della pubblica opinione, crede opporre alla circola17

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