Miscellanea del giorno - 1847

( 248 ) lode di Paolo III è all'indirizzo di Pio IX; ma per lodare chi merita d'esser lodato non bisogna dare mentita a tutta la storia, non bisogna tessere alla verità un panegirico colla bugia, insultare all'intera nazione nelle sue stesse miserie, una nazione che ierinon è molto - gemeva e malediceva la potenza civile del papato; non bisogna decidere ignoranti tutti i più forti intelletti italiani, incluso Dante e Petrarca, che dissero molto più che io non ripeto. Tornando a Paolo III , ignoriamo come e quanto sia benemerito ddla causa italiana. Non crediamo degno di lode il dono fatto a Piacenza di Pier-Luigi Farnese , che dell'eccelsa opera trovava premio condegno uscendo cadavere dal suo palazzo per le finestre. Non crediamo degno di lode d'avere stabilito il concilio a Mantova, poscia a Vicenza ; non sappiamo che stabile riforma abbia fatto ; il discutere poi sul Concilio di Trento a me non convicnsi per ora. Voleva il Farnese torre a Carlo V il ducato di Milano, per darlo a Pier-Luigi come feudo imperiale. Questo è il maggiore suo merito; ma la Lombardia non gli può essere molto riconoscente dell'intenzione; l'alterigia, la crudelta e le lascivie d'un Pier-Luigi avrebbero desto inbreve tempo tant'odio , che la condotta de'Mi - lanesi non sarebbe stata molto diversa da quella , de'Piacentini, gettando quel caro dono d'un papa fuori della finestra, e invoca~o la mano di Carlo V. Non è giovare alla Chiesa e all 'Italia, smembrandole; almeno così suggerisce il senso comune. Lo Stato pontificio a que' tempi toccava il Pò ; ed il vescovo romano ne tolse un'importantissima parte , cioè Parma e Pìacenza , che non riebbe mai più , per conce-

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