( 223 ) ciulletto Piero appena restò di ch·e vivere. Sembra che tutti amassero la musica in questa famiglia; Piero fu preceduto in tale studio dalla sorellina Eurosia; s'ebbero entrambi umili incominciamenti, il buonMinghetti a maestro, molte lodi del padre, molti baci materni. Quindi Luigi Favi con miglior senno condusse Piero· nel santuario della musica; e fu allora ch'ci s' ebbe una dellç massime gioie della sua vita - povera vita! - cioè un piccolo, ma elegante pianoforte , da un amico della famiglia . E crebbe più rapidamente in sapere che negli anni; nel 1806 ei tenne l'organo nella chiesa della Madonna del fuoco, per la festa di cotal nome; l'anno dopo componeva una messa, la cui esecuzione dirigeva egli stesso; e frattanto si rivelava nell'anima sua un altro incognito sentimento, quello della poes ia, dell'amore e della bellezza in uno congiunti, s' innCJmorava a tredici anni senza saperlo della Madonna del Reni a San Girolamo. E strn'a dell 'ore intere dinanzi a quel quadro, mirabile per sapienza di pennello , per dolcezza di tinte e soavità d' espressione; quasi sollevato in estasi, ei vedea quell'imagine farsi viva e sorridere. Durante l'affanno delle lunghissime notti nello Spilbergo, la divina sembianza gli tornava sovente nella fantasia, più bella ancora di prima, perchè quasi simbolo del suo paese e tutta bella delle care cose perdute. · Malgrado la povertà, il Maroncelli, sedotto dall' orgoglio paterno, mandò il figliuolo al conservatorio di Napoli, dove questi s'ebbe a maestri il vecchio Fedele Feneroli, Paesiello e Zingarelli, a condiscepoli e amici Mercadante e Lablaehe; dove studiò non la musica solamente, ma le lingue, la metafisica , e più 1 ~
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