Miscellanea del giorno - 1847

(208) chiunque tornò nella Penisola , una e due volte, colle bajonette straniere : si , stranieri tutti reputo i nostri Regoli; tutti fuor che Pio..... se pure ha cuore di farsi capo, non d'una lega di principi , ma d'un movimento nazionale. Ma già sapete su ciò il mio opinare, io lo credo impossibile. Converrebbe prima che Pio osasse fare un gran colpo di stato ecclesiastico e politico; emanciparsi dalle pastoie che lo legano; e farsi riformatore , prima della Chiesa , poi dello Stato, e capo quindi del popolo italiano..... e ciò, ve lo ripeto, non è sperabile. Enrico. Fuori l'Austria; e tutto potrà appianarsi , poscia, fra noi. Piero. Si; fuori l'Austria; essa sola è il vero ostacolo al progresso , di cui s'è fatto antesignano il nostro Pio. · Carlo. Ma tu, Marco, a che osservi un così riservato silenzio? ~t! arco. Vi ascolto , e medito. Penso che se, per avventura, cacciato oggi fosse d'Italia l'Austriaco, verrebber domani a sanguinosa contesa Carlo Alberto, i Borboni, i repubblicani, ed il papa. Qual fosse per essere l'esito di tal mischia, l'ignoro. - Tu, or ragioni, vanti, o Piero, le alte qualità del gran Pio; si, da lunghi anni, un tant'uomo non ascese la Cattedra di S. Pietro. - A ragione , o Enrico , tu riponi fidanza, per la causa nazionale, nelle armi piemontesi : son esse, in vero, il perno strategico dell'Italia. - A ragione, o Carlo., tu finalmente, reputi nulla farsi per l'Italia, se non si basa sull'unità. Questa , è vero, può ben farsi

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