Giacomo Debenedetti - Otto ebrei

Tornavamo da Napoli, sul fastigio di un càmion di noci, sotto la pioggia battente. Uno strano tipo era salito con noi: barba di tre giorni,_ aspetto da fuggiasco o da· evaso, ma gli abiti stracchi tradivano ancora il taglio borghese, e borghesi erano la faccia, l'espressione, la sagoma, tutto quanto. Fino a qualche anno fa, tutti in casa dovevano averlo, chiamato il << signorino >>. L'ex-signorino gettò sulle altre valige una borsa da avvocato, da · cui sporgeva un lungo rotolo. - Uova di tonno - annunciò, e non cessava di raccomandarsi - per carità, queste non le debbt perdere, se no sono rovinato. -- Un borsanera, pensammo, alle prime armi: forse un professionista, che l'iniquità dei tempi costringe a questo mestiere così incongruo con le arti del Trivio, e del Quadrivio. Affettuosamente, a tutti i compagni, domandava nome, stato di famiglia, indirizzo, se i figli fossero maschi o femmine: quasi a propiziarsi l'amicizia di essi 29 Biblroteca Gino Bianco

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