Giacomo Debenedetti - Otto ebrei

Ma· era una bestemmia, strappata dalle torture. E l'avere strappata quella bestemmia è, per i nazi, un bel capolavoro. Pace ai nostri morti. Ma i vivi, che non 1 capirono e non capiscono il perchè della persecuzione, è giusto che si allarmino oggi di una indulgenza altrettanto regalata. Questo di chiudere tutti e due gli occhi, di creare delle eccezioni a vantaggio degli ebrei, non è un modo di riparare dei torti. Riparazione sarebbe rimettere gli ebrei in .mezzo alla vita degli altri, nel circolo delle sorti umane, e non già appartarneli, sia pure per motivi benigni. Questa è una antipersecuzione: dunque, fatta della medesima sostanza psicologica e morale che materiava la persecuzione. Se prima negli ebrei si puniva l'ebreo; oggi, al vedere la situazione, non già corretta, ma semplicemente capovolta con sì perfetta simmetria di antitesi, può nascere il dubbio che negli ebrei si perdoni l'ebreo. E il perdono richiama l'idea di una colpa, di un trascorso. Eccoli di nuovo, questi ebrei, messi nel rischio di · dover partire alla tort'urante, insolubile, offensiva ricerca di un perchè. E poi, di fronte ai ricorsi storici, che purtroppo essi sanno a memoria, è lecita la domanda: perdono o amnistìa? e fino a quando durerà? - Spieghiamoci con un esempio. 26 Biblioteca Gino Bianco I I

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