Giacomo Debenedetti - Otto ebrei

l'ebreo, il mèrcante ebreo, che non sente ragioni; che pretende, esige, si fa pagare la libbra di carne viva prelevata sul corpo del debitore insolvente. Offesi da. questa secolare denunzia, che tutte le ribalte del mondo hanno instancabilmente riproposta al giusto sdegno delle platee, che gli scaffali delle biblioteche di tutto il mondo quotidianamente ridiffondono, quale sentimento possono provare gli ebrei, quando gli tocca di accorgersi che Shylock non è solo un'ingiuria, ma una soperchieria: che troppe volte accade proprio a loro di essere le vittime di sempre nuove incarnazioni e imprevedute varietà di Shylock? E ora, mentre nei paesi liberati risorride per essi la luce, ora che ogni mattina, al riswgliarsi, si d.omandano se l'aria che respirano è proprio davvero l'aria di questo mondo, ecco che un nuovo Shylock viene avanti . e, forte del proprio credito, chiede non già un pezzo di carne viva ma una passiva complicit~ nel dimostrare la purezza, di lui Shylock, e l'intemerata sua fede antifascista. Avessero la fantasia di scherzare, gli ebrei si domanderebbero: - Chi è, nel senso ingiurioso della parola, nel senso dell'esosità, chi è il vero ebreo?. - E' probabile che il caso Alianello conti solo per quello che vale. Però è ·un sintomo. E alla sensibilità non ancora rimarginata degli ebrei dice che la campagna razziale non è finita. La persecuzione continua. Sappiamo la risposta: questa è ipersensibilità morbosa, da curarsi; è pignoleria talmudistica, è gusto corrosivo del paradosso, 12 Biblioteca Gino Bianco

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