Giacomo Debenedetti - Otto ebrei

,una di quelle nuvole che somigliano a cigni, o cherubini in volo. Salvare delle vite umane, e .delle vite innocenti, è tale atto che nessun errore o debolezza successiva possono infirmarne la bontà. Ma certo ]a deposizione del teste Alianello nel processo del 20 settembre rifluisce sui gesto del commissario Alianello durante la giornata del 24 marzo, e gli si sovrappone in maniera, quanto meno, ambigua. Guardiamo la sovrapposizione da una prospettiva di ebrei. Il sentimento che essa suscita è mescolato e complesso. Gli ebrei hanno l'impressione di trovar!!i a bordo .della Claymore, la corvetta di cui Victor Hugo, parla nel romanzo del Novantatre. Un marinaio per negligenza l'ha messa a repentaglio di naufragio. Con sovrumano valore e disprezzò della propria vita, il marinaio si riscatta, salva la nave. Il marchese di Lantenac lo .decora al valore, e poi immediatamente lo fa giustiziare. Ce ne fossero stati, ce ne fossero ancora tanti, degli Alianelli. Fossero stati ancora più numerosi qui a Roma, dove quasi non è casa, non è famiglia ebraica, nella quale, tornando dopo questi mesi, non si, abbia paura di chiedere notizie dei congiunti più stretti. Già troppe volte ci siamo visti opporre dei visi chiusi, severi, che si vietano qualunquè espressione come superflua, come sproporzionata agli avvenimenti: - Presi, deportati quella mattina del 16 ottobre. Non se ne è saputo più niente. - Dove ancora, in quel non aver più saputo, c'è un tentativo di eufemismo pietoso, uno 9 Biblioteca Gino Bianco

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