Volontà - anno XX - n.12 - dicembre 1967

GIUSEPPE RENSI (•) L'apologia l i. LIJJHO (APOLOGIA DEL– L'ATEISMO) vide la luce la prima volta nel J.925 e ~i ripropone ora all":111cnzionc degli studiosi per mille rngioni. Prima di tulio l.· tcm1)0 di fare al llensi un po· di p:iustizia. di rilan– ciarlo oi-a che è divenuto attuale, co11tcmpora11eo. In SC<•ondo luogo, l'opern APOLOGIA DELl:ATF.J. SMO t.· divulgativa. piana. scorrevo– le: cerca di dimostrare la tesi atei– slic·a in mille modi - e lo dimostra -. si propone di nmvertire. (•) La • Ri\•i~ta di Psicologia• pubblicò in uno Studio sui carcenlli questo profilo: « G. Rcnsi. Arrc~tato per un'accusa Politica di cui ~i riconosce poi J'inconsistcm:a, soffre un:t de, tcnzionc dì circa tre mesi (1930). Cultura im– mcn~a e finissima; auività intellettuale vulca– nica. per il concorso di una straordinaria rie• chezza fan1as1ica con una tenden1..i alla critica, inlcriorc cd esterna, congeniale cd Immanente, dal quale concorso nasc•~ in lui un processo feb– brile di creazione. dissolu1.ione. ricreazione, nuo. \a db,1ru1,jonc. Moralità stoica. Pessimismo co• mc conclusione d'una cs.!sperata ricerca dc: be– ne nel mondo naturale, nella storia, nella vita sociale, Contraddizione apparente tra questa po– !eòÌ1-ionenegativa e l'ansiosa, sempre rinnovata, ricerca della giustizia. lt regime carcerar:o gli cagiona viva soffcrcn1.a. rendendolo irascibile e poco comunicativo. No:1 fa certo qua\cos.1 per guadagnarsi la simpatia dd condetcnuti, la cui co,tituzmne biopisichica è così abissalmente lon– tana dalla sua che il ccmune denominatore uo– mo non gioca pili. Lontano, am:,ro e muto, egli ispira rbpetto e simpatia anche ad individui :issolutamcnte impen::trabili ai valori morali: ciò non soltanto perchC è detenuto politico, ma pcr– chè il contegno ,c1·so la direzione e i custodi è ri"cndicatorio, non senza una \'Cnatura d'in– ,olo!ltario disprcno • (v. l\lorra. Scetticismo e mlstklsmo nel pensiero di G. Rcnsi, P. 17 nota, Cìranna, 1958). dell'ateismo Manca. quindi. il c.irallerc violen– to ('he ~i rÌi:-l'Onlra n('lle altre sue o– pere (I): prevale un tono f',;plicati– vo. didallieo: il J\'laestro 1,,1101 prova. re. come sempre, chi' la raµ:ione {' la pazzia di tulli. e la pazzia la ,·a– ~ione di t_1ualcu110. Qual{' questa ragione-pazzia? l_."a– liuso storil'o e preisl(u·ì(·o ttd affer– mare Dio. la t_•occiutagµ:ine c!"esserc sicuri tl(•lla sua esistenza o di un :-esso de/!li an~cli. l"i,woscicnza cli l:!Ìurare sulla parola di Dio, Ed è appunto. quc·lla di IJio, u– na parola. soltanto una parola. 1: Es– ,;f'-re. Dio. lo spirito 50110 eon(·etti nulliei e nientici. llcn·lil· !"essere l· tait· S()llanto sotto la specie scnsihi– le. Lo dicevano gii1 i filosofi pre– sonatici. quando per spirito inten– devano il soffio. l"alito. lo pn<"uma: :-pirito leggero. ma materiale, Lo spirito. di <"~ii parla la rcli/!ionr. non (, materiale o µ:ros:-0111110. Ì; ad– dirillura assurdo. E Hcnsi cita Niet– z:-clw: (I Colui che disse: Oio è 11110 ,,;pirito. je(·e /i11ora in terro il /JÌIÌ (I)• Il dilemma: - se credi. perchè bestem. mi? se non cr.:,di, chi bestemmi? - è una delle consuete banalirà. Bestemmia chi crede, appunto pcn:hè crede, e, se "i allarga il significato della parola Dio fino a comprendervi oltre il concet– to di Dio personale :,nche quello di leggi ~omme che dominano e dirigono l'uni\'erso, tutti crcdo– r:o. Si bes1emmia aprunlo perchè si crede: perchè cioè si sa l'esi,,tenza sia d'un Dio perso- 1:al.-, ,,;a di leggi ,,upremc impersonali, e si con– stata insieme che quesl'l aleunchè, Dio o leggi, opera, dul no,,tro punlo di vista, male~ (Ren,.i, Crlrlca della morale, 160, Catania, 1935). 731

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