Volontà - anno XX - n.12 - dicembre 1967
un determinalo ammonlarc di beni. Risulta pertanto evidente che Proudhon applica in questo caso il termine «proprietà• in senso figurato; mentre, nel suo senso proprio cd accettato, tale termine non significa altra cosa - come ab· biamo già dimostrato nelle nostre premesse generali - che una parte di beni attribuita per effeuo di una norma giuridica speciale ed in base ad una reJa. zione giuridica involontaria. L..-\ dove Proudhon chiede, in nome della giustizia, una data distribuzione di beni. tale richiesta si deve intendere soltanto nel senso che i contratti, sui quali si deve basare ogni società, abbiano a staluire sulla distribuzione dei beni da fan,i in un determinato modo; e cioè nel senso che ogni individuo abbia a percepire il prodotto integrale del proprio lavoro. I. - «Figuriamoci la ricchezza come tTna massa solida mantenuta in istato permanente di composizione da una forza chimica, ed in cui nuovi elementi pe· netrando senza posa vengono a combinarsi in propor.doni varie, ma sempre con· forme ad una legge certa: il valore rappresenta il rapporto proporzionale (la misura) secondo cui ciascuno di tali elementi fa parte del tutto• ... «Suppongo quindi una forL.a che combina in proporzioni certe gli elementi della ricchezza e ne faccia un tutto omogeneo• ... «Tale forza è il lavoro. E' il lavoro, soltanto il lavoro, che produce tutti gli elementi della ricchezza e li combina sin nelle infitllc molecole secondo una legge di proporzionabilità variabile ma sicura» ... «Ogni prodotto è una manifestazione rappresentativa del lavoro1t (47). ocOµ.niprodotto può essere scambiato con un altro•··· ocQuindi quando il sarto, per realizzare il valore di una giornata. consuma dieci volle la giornata del 1essitorc. è come se il 1essitore elesse dicci giorni della propria vita per un giorno della vita del sarto. E' appunto ciò che avviene quando il contadino paga dodici lire a un notaio per uno scritto la cui redazione richiede appena un'ora di tempo: ed è appunto tale ineguaglianza, tale iniquità negli scambi che costitui• sce la maggior causa di miseria. Ogni errore commesso in sede di giustizia commutativa equivale ad un'immolazione del laVoratore, ::td una trasfusione del sangue cli un uomo nel corpo cli un altro uomo» (48). «Ciò che io chiedo in fatto di proprietà è un calmiere, una bilancia. Non per nulla l'immaginazione dei popoli ha po:.to quest'ultimo attributo nelle mani della dea Giustizia. La giustizia applicata .ill'economia non è infalli altra cosa che una perenne bilancia; anzi, per spiegarmi in modo preciso, in fatto di riparti1ione di beni. essa non è altro che l'obbligo imposto ad ogni individuo o Stato, di uniformarsi. nei loro rapporti d'interesse, alle legge di equilibrio che si manifesta dappertullo in economia e la cui mancata osservanza fortuita o inlenzionalc costilUisce il principio della miseria• (49). 2 _ Secondo Proudhon, !i.olo l'applicazione della reciprocità farà sì che o– gnuno possa godere del prodotto legittimo del proprio lavoro ed è perciò ch'e,. (47) • Contradic1ions •· p. 51, 53, 55, 68. (481 hl. p. 68 e 83. (49) • Dc la justìce •, I, p. JOJ. 725
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