Volontà - anno XX - n.12 - dicembre 1967
Le prevenzioni cd i timori. spesso volutamente alimentati dagli ambienti contrari all'impiego della pillola, non sono mancati e non mancano. Si è parlato ad esempio dell'effetto cancerogeno della pillola. Ora, lutti gli esami ginecologici ed i controlli istologici sistematici effettuati da un de– cennio (non meno di 10.000 solamente a Haiti e Portorico, diverse migliaia ne– gli Stati Uniti), hanno messo in evidenza che l'incidenza del cancro (genitale e del seno) nelle pazienti che praticano la contraccezione orale non supera quella che può essere considerata come normale presso le donne della stes– sa età. Si è pure parl,tto di tromboflebiti provocate dall'uso della pillola, in se– guito a qualche caso dichiarato nel 1961. Un'inchiesta decisa dalla Food and Drug Administration» ha interessato un gruppo di 5.798 donne bianche che impiegavano regolarmente la pillola: l'incidenza di tromboflebite era dell'l,55 per cento con un incidenza cli embo!ia polmonare dello 0,34% (in pratica due casi, dei quali nessuno mortale). Data la difficoltà di trovare un gruppo di controllo equivalente, cioé capace di indicare la frequenza della tromboflebi– te presso le donne bianche della stessa età ma che non facessero uso della pillola, il comitato di ricerca ha analizz.:"l.totutti i casi di decess0 per trombo– flebite registrati in 16 stati americani nel 1961 e 1962 e riguardanti delle donne dai 15 ai 44 Nini. Il risultato dell'inchiesta dimostrò che l'incidenza della tromboflebite presso 992.000 donne che avevano utilizzato la pillola nel 1962 era stata di 12 casi. pari a 12,1 casi per un milione; nel gruppo preso come çontrollo (25.602.000 donne) l'incidenza dei decessi per Lromboflebiti fu di 203 casi, ossia 8.4 decessi per milione. Il comitato ha concluso che la differenza constatata non ha nessun significato stati~tico. Il Consiglio di ricerche mediche d'Inghilterra, afferma invece che su 100 mila donne che fanno uso della pillola, tre muoiono annualmente di trombosi e che i casi di flebite raggiungono la percentuale del 5 per mille. Al contrario, i dibattiti sulla pillola che hanno caratterizzato agli inizi del 1967 i tradizionali «Entretiens de Bichat», che si tengono annualmente a Parigi per la durata di una settimana, hanno permesso a medici internisti, ginecologi e dermatologhi cli assolvere gli anticoncezionali chimici da ogni accusa. Resta di com:reto solamente il fatto che, probabilmente anche per ragio– ni psicologiche. la presa della pillola provoca talvolta degli effetti secondari come le emorragie uterine, le nausee, i mal dì testa, le vertigini e l'aumento del peso corporale. Sono queste le ragioni fondamentali che - insieme alla paura del cancro e delle embolie, alle obiezioni di caralterc religioso, alla noia di dover prende– re ogni giorno la pillola ed agli aspetti economici del metodo - che determi– nano, stando alle osservazioni di numerosi autori statunitensi, l'abbandono di questo tipo cli controllo delle nascite da parte di un certo numero di donne. Per questo, malgrado altri inconvenienti. dal 1962 in poi il metodo della contraccezione ìntraute,·ina, attraverso la introduzione a dimora di un pessa– rio («stcrilets»), conosce una grande diffusione; attualmente, oltre mezzo mi- 684
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