Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967

PAUL ELTZBACHER L'ANARCHISMO CAPITOLO lii - LA DOTTRINA DI GODWIN GENERALITA' I - William Godwin nacque a Wisbeach nel 1756. Avendo studiato teologia a Hoton, entrò come ministro nella Chies.i evangelica, predicando a Ware nel 1778 ed a Stowmarket nel 1780. Nel 1782 lasciava la carriera sacerdotale r.er recarsi a Londra, dove si occupò di lavori letterari. Vi morì nel 1836. Goclwin pt1bblicò numerosi scritti di filosofia, di economia socblc e di sto· ria, nonchè racconti, tragedie e libd per la gioventù. 2 - La dottrina di Godwin sul diritto, lo Stato, la propl"ictà è sviluppata par– ticolarmente ne.Ila sua opera intitolata « An enquiry conccrning political justice and its influencc on generai virtue and happincss » (« Ricerca sulla giustizia in politica e sulla sua influenza sulla virtù e la felicità degli uomini" · 2 voli., Londra, 1793). « La stampa di ques10 lavoro - scrive Godwin stesso nella prefazione - é stata iniziata molto tempo prima del suo compimento. Mentre il lavoro pro– cedeva, i concetti dell'autore andavano man mano assumendo maggiore chiarez– za ed importanza, risuliandone qualche lieve contraddizione. Jnccminciando il suo libro, l'autore era già convinto che ogni governo costituiva necessariamente un ostacolo al nostro perfezionamento; ma col procedere del lavoro egli si immedesimava sempre maggiormente con la portata di tale capvsaldo ed in· travvedeva con crescente chiarezza il rimedio» (I). Noi esporremo pertanto la dottrina di Godwin soltanto in base al testo maggiormente maturato della seconda pane della sua opera sopracitata. 3 - Godwin non dà alla dottrina il nome di «anarchismo», sebbene tale pa– rola non lo spaventi. « L'anarchismo, egli scrive, è 'Un male terribile, ma il dispo– tismo è assai peggiore. L'anarchismo ha ca·usato la morte di centinaia di esseri umani; il cUspotismo ne ha sacrificati a milioni, perpetuando in tal modo l'igno– ranza, il vizio e la miseria. L'anarchismo non è che un male effimero, mentre il dispotismo è eterno. E' senza ctubhio una terribile prova per un popolo quella di lrisciar libero freno alle proprie 1>assioni, finchè lo spettacolo delle conseguen– ze non gli dia nuove forze per il ritorno alla ragione; ma è un rimedio questo lanto pili efficace, quanto più terribile (548-549). {I)• A11 enquJry ecc.•, p. IX-X. I numeri delle irnginc messi in seguito fra parcnte~i nel 1cs10 corrispondono a qudli dell'edizione originale del libro sopra citato. 649

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