Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967

Duranle i mesi estivi i ragazzi andavano in vacanza. Facevano viaggi in grup– pi, e quelli della scuola corale si fecero senti1·e in Francia, Svizzera, Algeria. Ovunque erano ricevuti a braccia aperte, ovunque avevano lo stesso successo, e it'!_oltre quei viaggi facev;mo conoscere la Ruchc a molte persone e procura· vano ogni anno incassi che non erano da disdegnare. Essi attiravano anche la auenzionc degli educatori, dei genitori sui processi pedagogici e sui metodi educativi ancora poco impiegati ai nostri tempi; e infine i ragazzi stessi trac· vano da queste esperienze un beneficio enorme. Per finire, S. Faure pubblicò un bo\letlino. li primo numero del Bullettin de la Ruche apparve il IO marzo 1914 e i numeri seguenti furono pubblicati rego– larmente il IO e il 25 di ogni mese. Il numero degli abbonati raggiunse in breve i! migliaio, ma il 25 giugno 1914, non si sa pcrcht:, apparve il decimo e ultimo 1 collaboratori de] Bollettino furono numerosi: conviene nominare C.A. Lai· sant, Eugénie Castcu, Léon Rouget, G. Yvetot, Jcan Marestan, Madeleine Ver– net, André Girardt.e molti altri. Vi si trovava regolarmente una cronaca pedagogica o educativa dovuta alla penna di uno dei tre professori incaricati dell'insegnamento; note sull'igiene e medicina del dr. Mignon e dr. Elosu, echi di notizie varie e, in ogni numero, una canzone o un coro (parole e musica). FINE DELLA RUCHE el momento stesso in cui i ragazzi, «le api», rientravano alla Ruchc da un viaggio in Algeria, la guerra fu dichiarata. Ciò causò, inutile dirlo. una costernazione generale. t collaboratori, l'uno dopo l'altro, lasciarono la Ruche che si svuotò dei suoi migliori elementi; ri– piegata su se stessa, la Ruche « vivacchiò » alla men peggio; la scuola riprese con nuovi istitutori (in particolare Julia Bertrand che era staia da poco radiata dall'insegnamento per la sua propaganda antimilitarista). E la Ruche, malgrado tutte le difficoltà che s'indovinano (razionamento do vuto alla guerra, bilancio ristretto dovuto alla interruzione delle conferenze di S. Faure, disorganinazione dei movimenti d'avanguardia, ecc.) resistelte fino agli inizi del 1917. Bisognò infine risolversi a chiudere. Già dall'agosto al settemb1·e 1916, molti ragazzi erano rienfrati nelle loro famiglie. Ne restarono ben presto una quindi· cina, poi una sola, Mirella, che restò molti mesi ancora dopo la chiusura della Ruche, con qualche compagno che restava sul luogo per custodire la «Mai– son ». Nel febbraio 1917, la Ruchc era dunque sommersa, vittima come molte altre di quella guerra maledena, ed è con grande amarezza che S. Faure, che aveva fatto miracoli per resistere, dovette annunziare il fallimento dell'opera alla quale aveva, per tredici anni, donato il meglio di se stesso. Ecco con quali parole racconfa la fine: «La guerra, la guerra infame e maledetta, ha ucciso la Ruchc 647

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