Volontà - anno XX - n.11 - novembre 1967

(segue dal n. 8·9) Problemi diantropologia libertaria N EL NOSTRO precedente scritto, abbiamo tentato di descrivere le <:.trutture fondamentali dell'individuo che, ~Ila luce delle scienze umane e della filosofia antropologica moderna, appare come progetto di sé e del mon· do, strutturato e strutturante, costitui– to e costituente Abbiamo esaminato l'individuo preso in un momento della sua esistenza, visto in una prospclliva sincronica. Per comprendere come si formano i progetti e ic strutture, come l'indivi– duo è prodotto dal mondo e come si produce producendo il suo mondo, co· me è strutturato ed autostmtturato, come riprende le strutture del mondo per distrutturarle e ristrutturarle e, ciò facendo, si autostruttura distrultu. randosi - ristrutturandosi in una rela– zione dialettica con il mondo e gli al– lri, ci occorre capire gli individui ed i gruppi nel loro movimento, cioè nel tempo, introducendo •.ma prospettiva diacronica complementare della pro· spettiva sincronica che abbiamo solo esaminato nel saggio precedente. ASPETTI DIACRONICI «L'uomo comincia con l'essere bam– bino ed è tutta la sua sfortuna», ha scritto Descartes. Si condivida questo pessimismo cartesiano oppure si prefe– risca credere, con Baudelaire, al «ver– de paradiso degli amori infantili», è però giocoforza constatare che «il bam– bino è il padre dell\tomo», cioè che na- sciamo estremamente immaturi e che solo durante l'infanzia si forma l'es– sere che saremo pili tardi, una volta diventati adulti. Questa constatazione delle più banali implica che, se voglia– mo studiare la formazione delle strut– ture dell'individuo, dovremo risalire alla sua apparizione nel mondo, alla sua na,cita, ed analizzare con partico· lare attenzione la sua infanzia. Questa constatazione a priori è confermata dalla pratica, tanlo psicologica che psi. chiatrica. Non si comprende lo svilup– po di una personalità e le turbe che la minano se non retrocedendo con l'ana– lisi fino alla sua piccola infanzia e ri– costituendone la genesi nel corso della esistenza in una sintesi progressiva. Questo metodo ha preso il nome di psicanalisi. Quando si impiega il termine di psi· canalisi, un equivoco deve essere tollo. In Francia, essendo di moda il freudi· smo orlodosso o lacaniano, la parola psicanalisi richiama subito il significa– to di psicanalisi freudiana. Nello scritto precedente, abbiamo criticato sufficientemente il rreudismo per non essere sospettati di ricorrervi ancora ed avremo, nuovamente, occa• sione di rivolgergli delle critiche. Il metodo che qui è in causa ha in co· mi.me col metodo freudiano soltanto l'essenza regressivo-progressiva, ma es– so elimina dal suo campo le nozioni sorpassate che il freudismo ha dogma· tizzato, come le nozioni di rimozione di pulsioni e l'assurdo topico dell'Id, del- 623

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