Volontà - anno XX - n.10 - ottobre 1967

REPETITA ... NON IUVANT CHI SI SMARRISCE in un labirinto continua a camminare fati– cosamente, con l'ansia di districarsi per arrivare all'uscita, ma si ritrova spossato ed affannato sui suoi passi, mentre la liberazione gli appare sempre più lontana ed irraggiungibile. Non diversamente accade nel labirinto della vita sociale, nel qua– le l'umanità si aggira dolorosamente da millenni, senza giungere mai alla meta proposta. La giustizia? A partire dai primi tribunali, costituiti dai capi tri– bù, che si limitavano ad applicare le norme della consuetudine, fino ai nostri, che si complicano e si dividono nelle più svariate funzioni e assumono nomi diversi, - a parLire dalle grossolane punizioni pri– mitive alle raffinate torture di oggi, si è forse giunti a risolvere l'an– gustiante problema? Eppure l'uomo, pur essendo costretto a consta– tare che, nè il moltiplicarsi dei tribunali, nè i mutamenti delle pene, nè il loro aggravamento hanno mai avuto come risultato l'abolizione dei delitti, che i suoi tribunali diventano, talvolta essi stessi strumen– to di grave ingiustizia, che le condanne da essi inflitte non di rado hanno rappresentato e rappresentano crimini peggiori di quelli che vorrebbero punire e ai quali cercano rimedio, - continua imperrito sulla stessa strada, proponendo nuove leggi, nuove istituzioni giuridi– che, nuove forme di punizione, senza accorgersi di essersi smarrito in un labirinto, che non offre via alcuna di uscita. La guerra? Non si possono contare le guerre che l'umanità ha combattuto dai suoi primordi all'ora presente, non si possono contare le stragi compiute, le vite spezzate. Tuttavia si continua a fare la guerra, a coltivare l'illusione che la guerra sia il mezzo per risolvere le questioni. Le parti avverse discutono mettendo avanti le loro « ra– gioni », ma poichè non riescono a stringere un accordo, rimettono la decisione ad un atto di forza. giudicando che la guerra sia il solo modo per sciogliere il nodo gordiano. In realtà, la soluzione della forza, che appare inequivccabile, è sempre soluzione provvisoria; le questioni, non appena smorzate dalla violenza, risorgono inasprite ed esasperate; e viene affidata di nuovo alla forza la risoluzione che sarà« definitiva» solo fino ... alla prossima guerra. Ma a che serve al genere umano la pe– renne esperienza che la tragica illusione, - con la quale vengono im– pugnate le armi - che la guerra combattuta possa giungere a risol– vere i contrasti ed essere, perciò, l'u1tima, sia destinata a sfociare in eterno fallimento, come ampiamente dimostra il corso delle l!mane vicende? Non si tiene neppur conto che bisogna studjare volumi e vo– lumi per sapere per quali cause siano state combattute le inrìnite guer– re, che seminano stragi e dolori attraverso i millenni: cause che, tal– volta, non riusciamo più a rintracciare o a comprcndert.::. Le cause sfuggono, ma le guerr.:: restano. 549

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