Volontà - anno XX - n.10 - ottobre 1967

LIBERE OPINIONI OLTRE IL PARTITO POLITICO N ON SONO certamente pochi co– loro t'hc al giorno d'oggi del termine di «democrazia» fanno un sinonimo cli «partitocrazia» (chie– diamo venia per l'improprietà glot– tologica), anche se cercano di ca– muffare quesl'11hirna voce con ahre tolte da vocanolarì rifleuenti le scien– ze sociali e politiche. Tenendo vali– da un'analogia fra il sOma animale e il « di2mos » politico. dovremmo fi– siologicarnenle collocare tutte le par– ti e.leicorpo sullo stesso piano, e non dovremmo meravigliarci se, a rigor di logica. si dovesse un bel giorno addivenire ad uno scambio delle par– ti. Ma sappiamo bene che le cose non procedono così: la stessa fisio– logia. aiutata qui dalla psicologin, oppone a ciò il suo veto. D'altronde, non pretendiamo di spacciare delle noviti1: a chi possiede la pili piccola nozione di storia romana, è ben noto l'apologo di Menenio Agrippa ai ri– tirati sull'Aventino. Ciò che realmen– te fa dispiacere è il constatare come ad ogni momento della storia rkom– paia l'ignoranza di questa anche da parte cli persone ritenule provviste d'una certa cuhura. Il partito, checchè si dica in con– trario, è destinato o prima o poi a degenerare in fazione contro altre fazioni. sia pure che l'evoluzione sto– rica abbia determinato la scomparsa delle forme ghibelline o guelfe del rnedioevo. Si ha sempre in vista la preponderanza d'un partito sull'al– tro. per cui si fa dunque del partito medesimo il difensore dell'astratto 602 contro e non a vantaggio del concre– to. Il partitocrate pone in seconda linea l'individuo. ed f" appunto per questo che la critica mossa dall'anar– chismo ha la sua ragione d'essere. Sta bene che ci sia un egoismo indi– viduale come c'è un egoismo collet– tivo, rna bisogna anzitutto tener con– to che la collettivilà non abbraccia tutta quanta l\1manitl1 ma solo una parie di questa, malgrado le proteste in contrario da parte di non pochi, per cui un partito si riduce in ultima analisi ad una presa cli posizione del– !'« uno contro l'altro partito». Non si deve pertanto confondere il parti– to con la corporazione. Il lm·oratore, in qualsiasi ramo. non fa parte d'un complesso d'individui moralmente distinto da un altro complesso per il lavoro da ìui compiuto (la situazio– ne sta solo nella tecnicit~t del lavo– ro). ma ciò per cui oggi lo si fa ac– comunare con altri lavoratori è un'a– strazione ideologica alla quale gli è fatto politicamente obbligo di sotto.– stare indipendentemente dalle singo– le esigenze funzionali. Ma c'è una ix,– litica morale e una politica amorale, come fa anche rilevare l'anarchismo in genere: la prima fa capo in primo luogo alle proprietà della persona. ch'è quanto dire dell'eticità; la se– conda a Pluto, cioè al denaro. Non vogliamo negare che entrambe non debbano essere sodcli~-fatte. ma è, secondo noi, 1111 grave errore il porre le due cose al!o stesso livello o, an– ccr più come oggi facciamo. far di– pendere l'evoluzione e il benessere

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