Volontà - anno XX - n.10 - ottobre 1967

La filosofia come dramma «Non si può defì11irc Il 1ut10 senui negarlo• U. SPIRITO L 'INTELLETTUALISTA nega il tutto pur apprezzandolo come mi– gliore dei mondi possibili: Io nega in effetti, in quanto al posto del tutto mette una parte definita, in quanto la realtà si fa più picco– la uscendo per la porta del pensiero. Lo scettico nega il tutto in quanto Io rifiuta: sembra sospenderlo ma in realtà lo disprezza, sembra scettico ma in realtà è pessimista. In una posizione sospensiva pochi vogliono restare: possiamo so– spendere il giudizio sulla realtà esterna, ma la nostra spirituale realtà, anche il nostro corpo passa, vive e non si sospende. Lo scettico non giura su alcllna conclusione, per lui può essere vero il. falso e falso il vero, e Ugo Spirito prende nota, da questa risposta scet– tica, di una contraddizione delle cose e delle idee, ma anche di una inter– pretazione, quanto dire di una visuale critica, definitiva: o che il sole possa anche non sorgere, o che l'uomo possa cambiare natura. La gra– ve possibilità futura del sole non è poi tanto diversa dalle continue e spic~iole variazioni naturali, come la leggera mutazione di pelle politi– ca di un individuo non è, per lo scettico, meno grave del passaggio dal– !'assolutismo all'apparenza democratica, dalla teocrazia alla sopporta– zione del giogo democratico: chi si muta, si muta, poco conta il più o il meno (IJ Problematicismo, Sansoni, 1948). Quello che si vede, il mutamento universale, induce lo scettico a rreò.ere che il sole possa anche non sorgere, e a sperare pessimisticamen– te che non nasca nessun· bam 1 bino. II futuro per Io scettico non è certo. forse è nulla. Sarà la catastrofe, ma per ora c'è soltanto la visuale dello scettico. una sua definizione. Ma definire il tutto è negarlo. Ciò nondimeno, il tutto non ci è estraneo, è immanente a noi. Se ce ne stacchiamo e liberiamo dopo averlo sospeso, l'abbiamo già ricono– ~-~iutodefinitivamente. Lo scettico Io lascia per via, ma un altro non può fare ciò « senza portare la morte al posto della vita » : deve viverlo cd esprimerlo continuamente, anche quando crede - e sbaglia - di espri– mere solo se stesso. L'autocoscienza è il prius, anzi essa è il tutto; ad ~s– sa non resta che esprimersi nello stesso tempo anche il tutto: « Il tut– to non è più posseduto circoscrivendolo ma esprimendolo ... Definire il tntto. perciò, si può soltanto definendolo continuamente e cioè non defi– nendolo mai >. .l\nche l'idealismo ha il difetto dualistico della definizione, del si· r.tema; ancP'esso non sa non contemplare e definire lo spirito e la na- 574

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