Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967

rubinetto; il sonno senza turni di guardia, sotto un tetto, al coperto; la luce in strade senza serpenti, nelle larnpadine dei lampioni; le me– dicine, in farmacia o all'ospedale. Si ha ragione di dire che noi ci im• mergiamo nella socialità, ma simili immersioni prolunga.te rovinano. Non c'è niente di meglio che uscirne per rendersi conto di quanto queste 1iepide incubatrici ci facciano tornare bambini e ci imborghe– siscano. I primi tempi in nwntagna, dentro la foresta cosidetta ver– gine, la vita, anche nei suoi più piccoli particolari, è una lolla quoti– diana e, in primo luogo, una lotta del guerrigliero con se stesso per superare le sue antiche abitudini, i segni lasciati sul suo corpo dal– l'incubatrice, la sua debolezza. Nei primi mesi il nemico che deve vincere è se stesso e non sempre si esce vincenti da questa lotta 11. la stessa rivoluzione interiore la vivono i beat/es che rifiutano di integrarsi nella società, lasciano la famiglia, gli agi della vita bor– ghese per una vita di privazioni e di incognite. Alla società per bene, pulila nelle apparenze ma realmente sporca di menzogne e di violen– za, essi oppongono come una sfida il loro aspetto straccione e barbu– to 111a interiormente pulito da tutte le menzogne sociali. Essi portano nelle strade una protesta vivente e quotidiana che irride al disprezzo degli sciocchi e con i metodi nonviolenti fa catfore nel ridicolo la fu• ria poliziesca. E' curioso notare come la moda capellona e barbula sia incomin– ciata con l'apparizione dei barbudos castristi. Ci dev'essere una co– munione di istinli in queste due forme di ribellione tanto diverse. Del resto il metodo nonviolento non. è rinuncia ma eroismo, è /'equivalen– te morale della guerra in quanto impegna nate le energie e tutti i sogni come la guerra. Gandhi lasciò seri/lo: << la nonviolenza è il cul– mine del coraggio ... Co,ninciai ad apprez.zare la nom•iolenza quando incominciai a liberarmi dalla viltà .. La nonviolenza va annunciata a coloro che sanno morire, non a coloro che temono la morte ... Chi non ha superato ogni paura non può pra1icare la nonviolenza alla perfe– zione». la stessa anima rivoluzionaria nella guerriglia e nella nonviolen– za, lo stesso principio di azione diretta applicato con metodi diversi. Ma diversa è pure la strada delle due rivoh:zioni. La guerriglia è più clamorosa e suggestiva nei mezzi ma rimane tradizionalista nei fini: essa riconduce allo Stato, al potere di una minoranza sul popolo; es– sa riconduce nel circolo della società awori,aria e repressiva contro cui ora combatte. !-la avuto il coraggio di ronlpere con la lh1ea po/i– rica degli stati comrmisti; avrà il coraggio di rompere anche con. gli 453

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