Volontà - anno XX - n.7 - luglio 1967

Antropologia e libertà sessuale I N • AntropQlogia e questione scs.. suale • {articolo apparso sul n. S di questa rivista, pag. 283) Domenico Dcmma 1:iuntualizza, assai opportuna– mente, sui progressi della ~.ua ricerca nel complicato campo socio-sessuale dell'uomo, mostrando una lodevole ca. pacità autocritica. Tu11avia, ci moviamo su un terreno cosparso di non poche insidie, giacchè la terminologia, di cui necessariamente ci serviamo, è spesso polivalente od equivoca. Se ho compreso bene o non ricor– do male, il punto centrale originario di questo dialogo è l'importanza della vita scssu.ile in un uomo libero e in una società di uomini liberi. li • pri– mo• Demma ha creduto di dimostra– re che ,dal « sesso libertario• deri,ii un a11eggiamento e quindi una società analoghi, affidando, perciò, all'educazio– ne sessuale un compito rivoluzionario, menrrc il •secondo• acce113 la mia obbiezione che la soddisfazione sessua– le non comporti necessariamente e– quilibrio sociale. Per suffragare quest3 ultima proposizione il Demnw si ri– chiama ai costumi sessuali, oggettiva– mente liberi, dei Polinesiani delle Mar– chesi, presso i quali tuttavia non vi– gevano affc11ività e quindi fraternità nei rapporti sociali, ma addirittura esi– stevano perfino dei conflitti sessuali. Confesso di non avere presenti alla memoria gli esatti punti di divario tra Dcmma e quelli, come Reich e Dc Mar– chi, che egli chiama • scssualisti •. Con molta probabilità le due parti conside– rano la questione da due aspetti « uni– laterali », servendosi inoltre di tenni– ni comuni a cui uttribuiscono signifi- cati dfrcrsi. Secondo questi ultimi la causa prima dei confliui e sessuali e sociali sarebbe l'inibizione appunto sessuale, rimuovendo la quale si spia– nerebbe la strada alla soluzione di quel li, mentre secondo altri, tra <·ui il Kar– diner, la causa dei conflilli è da ri– cercarsi nelle condizioni sociali ester– ne. A me pare che da un lato come dall'altro si commettano errori i.ngenui, come i tre seguenti: I) si cerca la causa prima delle im– perfezioni dell'uomo e della società; 2) si pensa ad un possibile uomo completamente sano: non inibito, non in conflitto con sè e con l'ambiente; 3) si vagheggia lma formula risolu– tiva unica. Si comprende come le discussioni così inficiate da vizi (dirci procedura– li) si complicano, senza offrire agli osservatori profani nessuna conclusio– ne positiva. lnfalli, non esiste alcuna causa prima delle imperfezioni dello uomo: anzi, l'imperfezione è solo una • differenza • riscontrata nell'uomo con– creto a confronto dell'uomo ideale (che non esiste). Un uomo c.Qmpleta– mente sano, anche dal punto di vi– sta psichico, è un'utopia assoluta. In– fine, una formula dsolutiva unica è assurda, in quanto contraddice alla molteplicità dei tipi reali. La \'aJidità di tali afferma1.ioni di– scende dalla considerazione di alcuni concetti tra cui quelli di esistenza, ses– sualità, libertà e senso morali. Mi li– mito all'essenziale a11incntc all'argo. mento. L'esistenza è il movimento paraboli– co che compie qualunque unit~ psico– biologica: emerge (cx-sislit) dal nulla 423

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