Volontà - anno XX - n.7 - luglio 1967

LE ALLUVIONI IN Il ALIA L'uomo elle spezza artificialmente un equilibrio stabilito dalla natura deve portarne, le conse– guenze. Le cause N ON SI PUO' parlare delle cause delle alluvioni in genere, senza accennare fin dagli inizi alla foresta, cioè al diboscamento. Gli antichi avevano già afferrato lo stretto legame naturale che esiste tra la montagna ed il bosco, al punto che in greco il vocabolo «s:vlva» indicava sia la foresta che la montagna. Ma in pratica, fin dall'antichità, l'uomo ha avuto un rapporto forzato con la fore– sta, rapporto che si è sempre più ag– gravate sotto la spinta della pressione demografica e, in modo particolare dal XIX secolo in poi, a causa del.lo sfrut• tamento a scopo lucrativo, speculativo, del bosco. E questa ignoranza del ruo– lo vitale della foresta doveva, nel mi– gliore dei casi, portare lo squilibrio se non la rovina in intere regioni. Di tutte le influenze della foresta, quelle che agiscono sull'alimentazione idrica dei co1·si d'acqua e sulla regola– rità del loro regime sono le più impor– tanti. La foresta giuoca infatti un ruolo importante quanto alla capacità di as– sorbimento di un bacino idrografico, ~pccialmente nei suoli impermeabili. Se si ricorda che un etraro di terreno bo– schivo assorbe giornalmente una media di 45.000 litri d'acqua, è facile pensare quale sia l'importanza di questo fatto– re - oltre alla già preziosa alimenta– zione delle sorgenti - nella diminuizio- Di Tella ne della violenza delle inondazioni (fi– no al 90 per cento). E non é il caso di parlare dell'enor– me massa di detriti, primo allarman– te sintomo delle erosioni e delle frane funeste, che l'acqua trascina a valle dai terreni denudati. In proposito, ecco cosa scrive il Re– clus nella sua not3 «Storia di un ru– <.ce-llo»:«Nelle gole rlei monti, le piene e le inondazioni sono ,mche più improv– vise. Là le pioggie cadute dalle nubi che si lacerano sulle creste rocciose scivo– lano subito sul declivio; da tutti i bur– roni, da tutte le gole accorrono i riga– gnoli e i torrenli, per riunirsi in una massa enorme nei grandi circhi aperti all'inizio di quasi tutte le vallate. Al· l'acqua piovana, o alle nevi quasi di– sciolte che il tiepido acquazzone ha staccato dalle pendici, si uniscono i de– triti fangosi, le pietre, i pezzi di roccia caduti dai fianchi clella montagna; nel letto, dove abitualmente un torrentello di acqua pura salta in cascatelle argen– tine, scorre ora con fragore una specie di miscuglio, a metà solido e a metà li– quido, che è nello stesso tempo un dilu– vio e una frana». Riassumendo: «Poderosa è l'azione della foresta sulla circolazione idrica superfica\e e sotterranea, in quanto ri– duce l'evaporazione del suolo e frena il ruscellamento delle acque favorendo– ne la penetrat:ione in profondità e a– gendo pcrcic'l beneficamente sulle sor- 395

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