Volontà - anno XX - n.6 - giugno 1967

sa cnttolica la quale, invece, ha, nelln si• stematica sottomissione del profano al sa• ero, del laico al confessionale (cd è come dire nel famigcra10 clericalesimo) un ca– none e<;sen1iale del suo essere al mondo. Nel saggio in oggetto il Guggisbcrg tenta una 111ww1 interpretazione «cristiana• del– la storia, attra\'erso la confu1a1ionc di due altn: concezioni diversamente cristiane: quella dell'escatologia apocalittico-snlvifi– ca ovvero teologica e pessimistica di Ago– ')tino e (1uell'::tltra di::tlet1ico-provvidcmiali– qica O\'\'Cl'O filosofica e 01timis1ica di J-lc– gcl. L'A. , uolc, sì può dire, «S1oriciaare• l'analisi della stoda, S\ incolnndola da ogni prc..'Clusionc dogmatica e lìdeislil,;a fino rii punto da ritenere il cristianesimo soltan– to •una religione sorta nella storia e per• tanto ( ...) oggetto di critica storica• (pag. 52) e ciò per rispetto all'«infinità del pos– ~ibile» s1orico, che 1,on può essere prcvi– ~to e catalogato nemmeno da una «f/eil• sge,çchicl1tc (storia sacra) appo~ium1e111e e<li/icaUh (pag. 52). Ne dedva un poten– :damen10 dell'uomo come arlelicc della sto– ria e quindi come responsabile morale del– la stoda stessa: al riguardo non posso non essere d'accordo con l'Au1orc. Tulta\'ia, subito dopo avere rido110 il cristianesimo ad e:oggetto della critica sto• rica• cd avere separato la storia dalla dog• malica e dalla teologia, sostiene che «la (sua) interpretazione cristiana ha un prin– cipio orienta1ore nell'idea di umanità che ri.;icdr.:nella fede in Dio• (pag. 53--passim), il che equi\•alc a negare, capovolgendolo, il discorso di prima. Oltre a tale pasticcio (in cui una pa1·tc - cris1ianesimo - del 1utto - storia - do– vrebbe scn'ire a spiegare se stessa e il tulio). il cristianesimo rimane un elemen– to ;;imbiguo per le molteplici rigurc che si h;;inno di Cristo. Evidenti::mentc, il nostro Autore, peral– tro lode\'olissimo per il suo sforzo di «de- 382 metefisìciuare,. la storia e quindi di urna• nizzare la religione, riportandola alla na– lllralirà, non ha trovato la forza di ammet– tere - per quell'imprescindibilità dell'e– sperienza individuale sopra menzionata - che, in effe11i, identifica il «suo» cristiane• simo con un 11ma11esi1110 morale acce11a– bile da tulli, in quanto riferibile, appun• to, all'esperienza morale del singolo uomo e non da •aggangiarc» ad un'esperienza storica e meta personale (qual è il cristia– nesimo), che alla prima è e rimane estra- C. R. VIOLA ALFRl<:Do POGGI Cultura e socialhnno (Edi1oriale Opere Nuove, Roma, pagg. 164) Non è affatto intempestivo, Ctata l'at– tuale situazione morale e politica dcl– l'lfalia d'oggi, riferirsi ad una pubblicazio– ne dell'amico A. Poggi, professore di filo– '-Ofia all'Unh·crsità di Genova, sulla dottri• ma marxistica conlcmplata filosolìcamen- 1e di fronte ai «w1/ori morali• nel loro più genuino sigmfi-::a10, S('Condo la «ragione pratica• d1 Emanuele Kant. Infatti, non si comprenderebbe bene lo spirito dell'A. di questo saggio, che qualifichiamo pre– zioso, in quanto ben pochi scritti sussi– siono in quesla nrntcria, obbicllivi, non agitati da spirito di parte, il che richiama alla mente il virgiliano rari ll(mfes in g11r– gitc vasto. Non sj è filosofi se non si è in prima linea animati da uno «spirito liberale•, ma questa liberlà dc\''csserc verameme 1alc (men1re oggi abbiamo solo la maschera di essa), per cui sarebbe compito del pensa– tore di non restringere' l'analisi marxisti• ca impoverendola col cosiddetto «materia– lismo storico», da non confondere, non occorrerebbe ripeterlo, col materialismo naturalistico. Si tratta. a dir vero, di una

RkJQdWJsaXNoZXIy