Volontà - anno XX - n.6 - giugno 1967
se nel contempo non sarà stato distrut• to lo stesso genere umano nella sua \Otalilà. - Non vedo un prima e un dopo nel rapporto uomini liberi (non questo o quel singolo uomo, ma gli uomini nel– la loro generalità) e società libera, per cui trovo vana una lotta a senso uni– co: o contro l'uomo moralmente primi. tivo (l'uomo-massa) o contro gl'isti· tuti «padronali». - La lotla va rivolta cQntro l'am– biente nella sua totalità e, iniz:i.tlmcntc , per opera di minoranze illuminate (o che tali si ritengano) e in vista di fini generali, che prescindono dal momen– to dell'individuo. - Queste minoranze costituiscono l'anarchismo, il quale, pertanto, si po– ne come atteggiamento mQrale e mora– lizzato1·e, che può, tuttavia, sussistere anche senza la «certezza» del risultato finale. Si è ana1·chici come si è onesti. L'onesto non ha alcuna certezza su u– na futura «società di onesti»! - La costruzione della «cillà dell'uo– mo» non può prescindere da ciò che è universalmente e irreversibilmente ac. quisito, come la pianificazione. Questa altro non è che la «raziQnalizzazione d'un processo» secondo principi e sco– pi ben definiti, ed è una conseguenza dello sviluppo macroscopico dei rap• porti sociali. Essa è un'arma a doppio taglio: può fungere, come funge, da rul– lo compressQre; può, al contrario, es– sere il migliore strumento di moraliz– zazione del mondo. Nel primo caso, è un'ennesima arma padronale; nel se– condo, è un mdodo di programmazio– ne, di autodisciplina, di equità e di pre. vem:ione. - Compito delle minqranze (illumi- 352 nismo morale contro il microcefalismo e pigmcismo morale) è di applicare la pianificazione nel secondo modo, cioè di fare in modo che l'uomo ne sia il padrone, nçn la vittima. - A condizioni macroscopiche corri. spondono sviluppi macroscopici. tanto in bene quanto in male. L'abisso, attor– no a cui si muovono le vecchie carcasse degli Stati, provano proprio la validità della critica anarchica. M<.1 a questa dc. ve seguir!.! la costruzione. Ora, poichè, non c'è da cambiare uno Stato, ma tut– to il tessuto sociale, secondo mc, il processo di risanamento può avere il solo valore di «rivoluzione interiqrc►>, da cui soltanto possono conseguire due norme interdipendenti: a) cominciare sin da ora a cambiare noi stessi, cioè a realizzare entro la nostra sfera d'a– zione, ciò che auspichiamo per il resto del mqndo; b) rifiutarsi di sen 1 ire i padroni, i cani di guardia e i profitta– tori del privilegio economico e della «reazione politica». Ne discendono fe– nomeni come l;:1 responsabilità in prima persona, la limiiazionc delle nascite e l'obbiezione di coscienza, come pure episodi di natura insurrezionale Q rivo– luzionaria (intesi secondo la tradizio– ne). li cammino è arduo e non dà nulla di certo all'infuori dei sacrifici, delle rinunce e della ... soddisfazione di sen– tirsi una persona morale. La mia solu– zione è una possibilità di lotta senza quartiere e senza fine. Non vedo altro alla luce della mia personale esperien– za. C. R. Viola
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