Volontà - anno XX - n.5 - maggio 1967

ANTOLOGIA l'ipocrisia degli increduli mantiene l'ipocrisia deiclericali V OGLIO ABBONDARE di concessioni, e ammettere che, cono– sciuto insufficiente Io Statuto del 14 marzo, il papa pren– da in parola la Costituente romana e si dichiari pronto a transige– re perfino con la repubblica, a condizione dell'adempimento dell'ar– ticolo 2 del decreto del 9 febbraio '49 in cui si disse: « Il Pontefice romano avrà tutte le guarentigie necessarie per l'indipendenza nel– l'esercizio della sua potestà spirituale,. Potremmo noi contentarci? No, perché la rivoluzione italiana implica una lotta la quale non può aver termine con questa transazione. No, perchè a noi fa d'uopo con– sacrare la libertà di coscienza, e abolire il sacerdozio politico. Qua– l'è la portata di questa riforma? Possiamo esimerci dal porre il pro– blema della libertà di coscienza? Possiamo sperare che un papa ab– dichi al sacerdozio politico? Quali sono le conseguenze d'una lotta in Its.lJa fra la libertà di coscienza e la clerocrazia? L'esame di que– sti punti mostrerà evidente la dipendenza della rivoluzione italiana dal principio che governa la rivoluzione europea. La libertà di coscienza non è, come taluni paiono supporre, liber– tà di foggiare a capriccio la credenza che vogliamo professare, la re– gola che vogliamo seguire. Affermare in questo senso libera la coscien– za, sarebbe come affermare la ragione franca dalle leggi della logica, come dire che l'uomo può volere che il male non sia male, il bene non sia bene, il vero non sia vero, il falso non sia falso. Non dipende dalla volontà nè regolare l'apprensione delle cose, nè farcele giudicare di– versamente da quel che ci appaiono. La libertà di coscienza riguarda il pensiero tradotto in fatto rnciale, è il diritto di seguire e affermare ciascuno la propria convinzione, è il principio onde emanano il diritto d'esame, la libertà dei culti, la libertà dell'insegnamento e la libertà di stampa. L'opposto della libertà di coscienza è il sacerdozio politico. Il sa– cerdozio deve essere ministero morale d'ammaestramento e di carità; il sacerdozio politico è ministero di coazione. Il sacerdozio deve par– lare all'intelletto e al cuore dell'uomo lasciandogli fra la verità e l'er– rore, il bene e il male, la libertà della scelta secondoché gli detti la voce interiore; il sacerdozio politico vuole che la voce interiore ceda alla sua, e chiede che l'uomo agisca contro le proprie convinzioni per conformarsi a questa. Né è libertà di coscienza dove o il prete faccia da governo, o il governo da prete. Non importa se i modi della coazione 291

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