Volontà - anno XX - n.5 - maggio 1967

Natura, società e individuo S E NON Cl FOSSE l'universo, non ci sarebbe la via lattea, e senza Yia lattea non ci sarebbe il sole e quindi neanche questa ter• z-a che gli gira allorno e su cui posano i nostri piedi. E' un pen– siero che dà le vertigini quello che ci mostra così legati all'universo, rorse in. finito, un universo, per di più, che non sarebbe quello che è se noi fossimo quello che siamo. Al sole in particolare e a tutta una serie di circostanze nella storia del nostro pianeta dobbiamo il fatto che vi esiste la vib di çui siamo una manifestazione. Come l'aria che respiriamo, e come il cibo e le bevan– de per cui si mantiene il nostro meta• bolismo, così ad ogni bisogno del no– si ro corpo cùrrisponde un oggetto con CLi soddi5farlo. Questo nc,stro lo infine, che pensa, che vuole e che sen– te, che si conosce distinto da qualsia– si altra cosa esperibile e pensabile, è intimamente legato ai corpo nel quale sembra d'esser rinchiuso, alla mercè di ogni sua affermazione La morte è così terribile e misteriosa prrchè si presenta come lo spezzarsi di questo legame, e con esso d'ogni altro, come un tuffo nell'inesistenza personale che seco trascina l'intero universo in quan_ to che, non più pensabile, si spogli::i d'ogni ragione e significato. Il mistero della morte da una parte e, dall'altrn, il sentimento della nostra dipendenza da Lutto ciò che è ed è cosl come è, spiegano il sorgere e il perdurare delle religioni, spiegano il loro corrisponde– re a una necessità spirituale, che è pure una necessità vitale quando si vi– ve di rifles,;ione e di coscienza e non solo d'effuneri desideri o di pensieri troppo impegnati in una volontà d'azio. ne immediata e illimitata. Contro il fatto religioso sta il fatto sociale; al mondo della natura si con• trappone il mondo degli uomini e al– l'essere si contropponc la storia. L'in– dividuo infatti dipende dalla società come dipende dalla natur<1, ancorchè non si possa concepire quella senza di questa. Il rappo1·to fra madre e figlio è ancora naturale, mentre non lo è già più quello fra figlio e padre o la istituzione della famiglia in quanto nè l'uno nè l'altra sono indispen">abili alla continuità della specie. La dipendenza del figlio dalla madre, d'altronde, non è scmpliccmcntc fisiologica perchè vi s'inserisce l'affetto, e magari il suo oir posto, e pcrchè tanto l'affetto come lo odio si estendono e si ravvivano me– diante rapporti con altre persone. Dalla madre e da altre persone il bimbo im– para a parlare e a pensare. Da esse impara pure ad agire e a soddisfare i propri bisogni fisiologici, perchè, se fondamentalmente uguali per tutti gli uomini cd, anzi. per tutto il mondo a– nimale, il modo di soddisfarli \"aria da società a società e in una wcietà me– desima con lo scorrere del tempo. 11 modo di soddisfare i bisogni fisiologi– ci, e poi la scelta di soddisfazioni in attività non direttamente connesse, e magari interamente disgiunte da essi, costituisce il carattere proprio di una data civiltà, un modo di vivere consi– derato cosl spiccatamente umano da generare il disprezzo per altri che ap– paiono rozzi e animaleschi in confron– to. L'istinto gregario, originato da quel– lo di conservazione, si soddisfo non so. lo nel senso di sicureZL."lche viene al- 275

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