Volontà - anno XX - n.4 - aprile 1967

L'EDUCAZIONE NAZIONALE 1• 1 L A DIREZIONE che, in mag– gior o minor grado, il gover– no esercita sulla pubblica educazio– ne, è uno dei mezzi di cui esso suole an 1 alersi per influenzare l'opinione della collettivitlL Poichè la detta di– rezione è sostenula anche da alcuni dei più accaniti sostenitori cli riforme politiche, sarà necessario procedere ad un'analisi altenta e scrupolosa più particolarmente sulle argomen– tazioni, favorevoli alla della lesi, che possono compendiarsi come ap– presso: « Le persone designate per eserci– tare alte funzioni pubbliche e, cli conseguenza, incaricate di vegliare sul benessere generale, non possono restare indifferenti di fronte al pro– blema della educazione delle menti infantili, lasciando che solamente il caso decida circa la buona o caltiva formazione di esse. Non è possibile raggiungere il risultalo che l'amore per il bene pubblico ed il patriolli– srno diventino le virtù dominanti di un popolo se il loro insegnamenlo, nella prima giovinezza, non diventa un problema d'interesse generale. Se si tollera che l'educazione della gio– ,·entll venga affidata unicamente alla cura dei genitori od alla bene\'olenza salutaria di altre persone, il risultato non sarà forse che alcuni giovani sa– ranno educati alla virtù, altri al ,·izio ed altri ancora saranno sprovvisti di qualsiasi educazione?». E' stato, inoltre. rilevato « che la massima - la quale ha prevalso nel– la maggior parte dei paesi civili - ::;econdo la quale l'ignoranza della legge 11011 ne giustifica la ,·iolazione, sarebbe sommamente iniqua ed il governo non potrebbe castigare giu– stamente determinati delitli se in pre– cedenza non avesse pre,·enuto i cit– tadini. e ciò può ottenersi se esiste qualcosa che somigli ad una educa– zione pubblica». L'esattezza o meno cli questa teo– ria dipende, evidentemente. dalla considerazione circa la tendenza benefica oppure no che essa com– porta: se cioè, l'interferenza dei go– vernanti fos::;e dan 1 ero favore,·ole al bene pubbEco, sarebbe ingiustifica– bile che essi non esplicassero una ta– le funzione; viceversa, se la eletta interferenza dovesse essere - come lo è di fatto - pregiudizievole per il bene pubblico, è chiaro che il so– stenerla non solo sarebbe senza giu– stificazione, ma anche un errore. I danni che derivano da un qual– siasi sistema cli educazione naziona– le dipendono. i11 primo l11ogo, dal fatto che tutte le istituzioni ufficiali implicano l'idea della loro intangibi– lità e della loro conservazione; nel migliore dei casi. esse cercano di e– sprimere e di diffondere quanto è slalo in passato ritenuto come van– taggioso per la società. dimenticando che molto rimane sempre da cono– scere. Pur ammettendo che ries(•ano, al loro inizio. a realizzare dei ,·an– taggi. esse cli,·enlano inevitabilmen– te sempre meno utili a mano a mano che si prolunga la loro vita. J\la de- (•) E' la tradu;onc dc! Cap. \Ili dello scritto di W. Godwin: An cnquiry concerning of Politi– càl Justicc ad its influc11cc on g.::nernl Virtuc (1793). 231

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