Volontà - anno XX - n.2 - febbraio 1967

quali il portone dell'Os1Jetlale s·.ipre. Due o tre assistenti sono (li servizio. Uno di essi, ad ogni nuova entrala, sollcv.i il lenzuolo bia:wo. Mi avvicino. L'assistente getta su di mc uno sguardo mesto. Mi pare che mi abbia accennato a Saint-Sulpice, da dove qualcuno è arrivalo e clove tulio è stato passato per le armi: i prigionieri tuui alla rinfusa assieme al doti ore. Le rucilate sono cessate. 11 marciapiede è sempre nostro. St cercassimo cli riposarci un po'? Sono due giorni che non donno. Stamattina mi sono sdraiato sul balcone di una casa amica nella via Cay-Lussac. I proiettili mi hanno obbligato a rifugiarmi all'interno. Mi ero appena sdraiato su un cannpé, che un 1Jroiettile, allraversanclo il vetro. mi li,, fischiato vicino al. l'orecchio, andando a conficcarsi nella rilegatura d'un li!Jro (lella hiblioteca. Mi è sembrato chf' venisse dal camp:rnile della Chiesa Sai11l-Jacc1ues. In questi giorni di lotta non sari, male diffidare dei <·ampanili. CALZONI HOSSJ Se si entrasse nel pic<·olo albergo vieino alla Contana Cuvier .. Siamo cinque o sci e tutti assieme ahbiamo avuto (1uesta ide:1. Sono le dieci, e tutto è ancora silenzioso. Certamente anche la truppa, dopo la battaglia, ha bisogno di bivaccare. Chi sa che non si abbia la notte dav:inti a noi. E 1~1i metto a russare come qualcuno che non ha dormito da due giorni .. Russavo cosi lranquillarnenle che il mio orologio di rame fa le cinque (ri– parlerò di questo orologio) quando il sole passando attraverso i vetri senza tendine è venuto .1d aprirmi gli ocd1i. Sempre silenzio. Non si ode un colpo cli foci le. Tuttavia un trambusto insolito sale clalla strada. Dei rumori metallici. Degli appelli .. .Mi geuo giù dal letto. Nello stesso momento uno dei compagni <'he, f'ome me, aveva russato, entra di corsa. J versaillais son c1ui. Siamo circondati .. Corro alla finestra. In basso, la piccola piazza, sulla quale si trova il cancello d'entrata del Janlin des Plantes, è piena zeppa di truppa. Al cet?tro un monte d'armi a cui fa circolo un grnppo di soldati. Un uomo gagliardo dalle spalle qua– drate, con la manica ornata d'un bracciale tricolore, brandisce un focile cli cui sbatacchia il calcio sul mucchio. - Ancora uno! urla con una voce furiosa che giunge fino a noi. Tutt'intorno, uniformi, chepi, cinturoni, gettati a casa<'cio sul selciato. Appogf!;iati alla cancellata, due ufficiali della guardia nazionale: del- l'ordine. Chepl turchino a larghe fasce bianche, revolver nella guaina di cuoio giallo, stivali alti. Sciabola al fianco su un lungo cappotto grigio. Bracciale tricolore cucito sulla manica. Questo bracciale tricolore, che dovevo rivedere qualche ora più tardi alla corte marziale, era per me un'ossessione. Cià da più d'un mese si sape- 113

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