Volontà - anno XX - n.2 - febbraio 1967

i:-n111ediata111e111e uccisi (Ira q11es1iThéophile Ferrè, 111c111bro della Co11111ne; il Colon· 11dlo Rosse/, delegato della Co11111nealla guerra; il sergeme Bourgeois che il 18 111a.-zo.a Mo11t111artre,si era rifiutato di sparar~ sulla folla insorta); 251 ai lavori forzati a vita od a w1 tempo de!erminato; /./69 aliti deportazione in un recinto forti– fiuuo; 3417 alla semplice deportazione. I condan11ati a queste ultime tre pene f11- rowJ t111ti inviali nella N11orn Caledonia, assieme ai condannati per reati comw1i. Molli di essi purlroppo non ritornar0110. lii furono ilwftre 1247 condannati alla rec!11- sior!e: 1305 alla prigione s11periore a 11n anno; 2054 alla prigione inferWre a u,i mmo; 55 ragazzi i11viati i11 case di correzione, 2.445 furono assolti e 22.727 liberati ver 110n luogo a proceder~,. (2). C,-.mt> si rileva, le cifre di questo rapporto non rispo11do110esatfamente fra hrc, e 110>1 è improbabile che il Generale Appert sia incorso in qualche errore. D'altror,d.:; come pretendere qualcosa di perfettamente giusto da 1111 ... generale? Nondimeno, sici pur con qualche probabile errore, le cifre parla110 abbastm1w chiaro. Se poi si pensa che lo stato d'assedio fu tolto soltanto cinque mmi più Mrdi, cioè nel 1876, c'e da immaginarsi come la lista possa essere allflngata. LA traduzione, che ora qui fa seguito, è un capitolo del libro che dà la ragione del nostro IÌrolo, pubblicato i11 Francia 1111 vaio d'anni fa. L'amore è Maxime Vuit– lmmie, che fu redattore del Pére Duchéne durante la Comune. Gli scrittori facenti parte di questo libro furono pubblicati 1ma prima volta nel /')08,,.1914s11i « Cahiers de la Quinzaine» a cura di Charles Péguy, sollo il titolo: «Mes Cahiers Rouges. l.,ucien Descaves, che ha fatto ulf'edizione di q11esto volume una bella prefazio11e, col duplice scopo di presentarci l'uomo e lo scrittore da lui conosciuto da vicino, dice: «Niente di più vivo, di più incisivo, di più veritero, è staro scritto s11/la Comu- 11e. Vuillawne· aveva ww memoria prodigiosa: non dimenticava niente e non 11.b– bclliva nie,ue». E leggendo le pagine che seguono ci convinceremo come ciò corri. Sponda alla realtà, anche se si tiene conto che ogni traduzione, pur falla con tutta la coscienza dovuta, perda inevitabilmente del suo originale succo e del suo mor– dente. Maxime Vuillat1111e fu uno degli ultimi sopravvissuti della grande tragedia. Morì nel 1925, all'età di SI anni, 11e/l'Osµedale Galignani di Nueilly s/ Seine, senza. avere rinnegato niente del suo passato, malgrado le tante disillusioni subite. De– $Caves tiene a farcelo co1•1prendere: «A certi osservatori superficiàli, Marxime Vuil– laume, temperamento scettico e firlemente beffardo, può aver dato l'impressione di essersi ricreduto di non poche delle sue vecchie convinzioni. Grande errore. La fine ironia del Vuillaume 11011 era che 1m travestimento del Pére Duchéne, diven~ t'lto saggio, ed io francamente lo preferit10 sotto que:;tv aspetto, molto più che sotto l'altro. Si noti come in ogni rigo dei suoi 'Cahiers de la Comuné' traspaia 11011 il rammarico, bensì la fierezza di averne fatto parte. Vuiflaume non scrive affatto ver esortare gli altri a non fare qmmto egli ha fatto. Non dice di essere stato w1 eroe, ma ci addita dove furono l'eroismo, la convinzione e il disinteressamento, tutte cose che non sono piil del nostro tempo». E così conclude: «lavorò fino a (2) « Proccs des Communard~ ~ µrcsenté~ par Jacques Rougerie (A. Collction Archives - René Julliard, Paris). 111

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