Volontà - anno XX - n.1 - gennaio 1967

Istanzedi liberazionem Krishnamurti ( L'educazione) I L MES?AGGlO educativo <li_ J. K1·i~,J1~an~urtinon ~ 1 uole assolutanwnt~- ..:s· ser chiamato «metodo»: giacchè egh d1s,,pprova in modo assoluto I idea cli applicare un mctodv educativo. « Quando uno segue un metodo, !,,la pur me• todo elaborato da persona rinessiv,c1 cd in1elligentc, il metodo diventa molto importante c,1 i bamUini linisco,10 con l'esser..: impot tanti solo nella misura in c-u! vi si adattano. Si misura e si classifi.;a 11 b~mbino, e poi ~i procede ad edu– carlo in b.:lstJad un sillabo» (L'educaz.ione e il significato della vita - Firenze, 1958 - pog. IO). Affermazione che appare subito anticonformista in questo nostro mondo, in cui i metodi educativi «pullulano» e si moltiplicano ogni giorno: infatti innumerevoli sono le discuc:;sioni scritte e verbali e i congressi sui «metodi», mentre le biblioteche pedagogiche .iggiungono quotidianamente, .:-illalunga serie dei loro volumi, altri saggi che illustrano i «metodi» sempre in aumeilto. « Se un insegnante è quel che deve essere, egli non si offide,·à ad un metodo, ma studierà individualmente ciascun allievo. Nei nostri rapporti con i bambini e coi gi::wani noi non abbiamo a che fare con congegni meccanici che possono ,e· nire rapidamente riparati. ma con esseri umani che sono impressionabili, volu– bili, 5ensitivi, paurosi, a!Tcttivi; e, per trattar..: con essi, ci è necessaria una gran. dc compren:-,ionc e la forza della pazi1;:nza e dell'amore» (pag. 13 e J7). Ma in gcncr.:-i!c gli educ~llori (genitori o maestri) de~i<lci·ano soltanto :wer sottomano rimedi pronti cd eflicaci cd ottenere rapidi ri~ultati, senza curnrsi (hc tali risul- 1a1i siano solamente mecc,mici, senza prendere in considerazion1;: le i111ime rea· zi0ni dell'individuo, senza ~for.t..lr'ii di «intenderlo». Non c'è che l'imbarazzo della scelta fra i sistemi volti :..olo ad impo1Tc I~, propria volontà: dulie percosse alle costrizioni, dalle minacce ~•ipremi e castighi. T nostri testi di pedagogia de– dicano pagine e anche. capitoli interi al pmblcma: premi e castighi. E, sebbene i pecb.gogi5ti più progr..:diti racco;nandino il parco uso sia degli uni ~ia degli o.I– tri, non sarebbe neppure con(:epibile tin sis1em<1 pedagogico in c;ui premi e ca– s1!ghi non avessero posto alcuno. Ma Krbhn~,1r.urti non esita ad .:sprimcre la sua condanna per tali. sistemi: ,, le ricompc;nsc e le punizioni in qualsiasi forma non f::lnno altro che rendere lo spirito ~ervilc e tardo» (pag.22). Pnrolc da meditare, ~opi-~1ttutto considcrand•) che i nostri bambi.1i vengono allevati. lanto nella scuob quanto fra le pareti domestiche, fra i Jue poli del premio e dd castigo. Anzi tra i pedagogisti nCJnmancano neppure Cegli sconsicle· mli i quali vorrebbero dare un ,·alore « cticv » al castiQo: « il bambino ha biso– gno di sapere se le sue azioni sono giuste: è un male- perciò non c.astigarc un bambino (non prima però di un anno, o un anno e mezzo (!). (A. Perugia - A– spetti evolutivi della personalilà. In: Questioni di psicologia - Brescia, J967 - pag. Slt). Di fronte a tali precetti, che sarebbero ... ameni se non venissero da parte di 20

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