Volontà - anno XIX- n.12 - dicembre 1966

Tuwn-ia, ciascuno di noi pub e deve ..:SJere libero, ciascun «io• può divenire creatore e deve esserlo. Occorre rifondere nel proprio crogiolo questi sentimen– ti, quelli che provengono da un altro «io» e quelli che provengono dall'esperien- 7.,a culturale collcl!iva, occorre comunicare alla sua «opera• il fremito appas– sionato della sua individualità: è così che l'uomo creatore ap))Orla alla sostan– za umana eternamente in formazione qualcosa di nuovo, di 1>ersonalc, e confe– risce contemporaneamente la sua impronta alla formazione di tutli quegli «io• che verrano dopo di lui. All'idea di questo progresso umano, ognuno - nel passato, nel rrcsente, nell'avv,:nirc - si sent~ solidale con dello torrente di sviluppo; ogni esistenza, sia pure breve, porla in essa l'idea di eternità; tutto ciò che è vcr:1mcn1e umano e libero è destinato a restare immortale; ogni crea– tore isolato diventa una goccia di questo immenso oceano della volontà uma– na. Da questa idea di progresso umano non scaturisce forse un sentimento d'ollimismo? Filosofi come Leibniz, Gerder, etc., appunto in questa idea di ;,rogresso ininterrotto e contcmporaneam.!nle conseguente hanno rinvenuto la fonte dei loro sistemi filosofici ollimisti. In Gc1·der, l'idea di progresso è fon– data sull'idea della realizzazione di un «um:rnc!'.imo• in costante movimento, nel quale si fonde la solidarietà di tutti, contemporaneamente con la natura, la cultura, etc., in un'unica totalità. Una simile concezione che riguarda tutti i popoli, lulli gl'individui autonomi, mi pare che abbia qualcosa di anarchico (d'altronde, nella filosofia di Gerdcr è poljsibile invenirc un certo numero di altri elemenli anarchici, come, ad esempio, un cc,·to razionalismo, etc.). 6 Una seria argomentazione in fovorc ddl'idca sociale come fenomeno • strettamente connesso agli interessi dell'individuo. è il progresso della stessa società. Abbiamo più avanti accennato all'inevitabile dipendenza dell'organizzatore dai suoi organizzati, del capo dalla massa e conosciamo la neces!!.ità, spesso tragica per ciascun individuo, di far concordare la propria «verità• con quella degli altri e di costruire così una «verità media», i-pesso penosa e falsa per l'individuo. Conosciamo inoltre, la massiccia tt:ndenza dei nostri contempora– nei ad ignornre !'«io» come differente, che non si preoccupano di distruggere le diversità, volendo uniformarle, nello stesso modo della tendenza degli schiavi a non sollevarsi. Pi.:r0, come diceva Feuerbach, la sloria della società umana è la storia del costante ampliamento della libertà dell'uomo. Il processo di dbtruzione delle catene avan1.a a grandi passi. Lo stesso sviluppo della società ha prima di tut– to apportato una liberazione dell'individuo di cui essa è avversaria a priori. Mutamenti politici e ri\·oluzioni sono stati contemporaneamente nuove con– quiste per la rcrsonalità: la dichiarazione dei Diritti delrUomo ne costituisce un monumentnlc esempio. Con l'accrescimento della libertà di coscienza, le b:i.rrierc religiose sono cadute per prima. E' vero che lo sviluppo deliri cultura è divenuto un compilo delle unioni sociali. che queste ultime costantemente in– grandiscono il loro mandato, rafforzando la loro posizione con una minuziosa 711

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