Volontà - anno XIX- n.12 - dicembre 1966
svegliare in noi quello che è il più pregiato sentimento della nostra vita: la volontà creatrice verso la libertà. 5 L'argomento nuovo e, forse il più importante :l favore della società, • della vita sociale, sostienC' che cia!:icun rndividuo autonomo, ciascun «io.., che si determina da sé, viene innanzitullo determinato dalla vita sociale. Chi potr.:l ~pieguc quale sia la p.:trte del mio «io» condizionata e formo.la d3 mc ed unicamente da me, e quale è la partt: che affonda le sue radici nella storia, nella vita sociale attuale? Come determinare il gradc dei nostri sforzi individuali nella formazione della nostra personalità, e quello di ciò che è dovu– to al nostro .tmbicnte, alla scuola, ai nostri compagni, agli sforzi anche delle precedenti generazioni? Sin dalla nascita e, soprattutto, da quando inizia la noslra vita coscicnle, noi c'immergiamo nell'immenso fondo di pensiero, di tradizione, di abitudine, di credenza, etc. accumulato, conservato e scelto dall'esperienza storica preesi– stente. E, così come l'esperienza culturale ci ins<'gna a difendere il nostro orga. nismo con i mezzi più economici e più sicuri, nello stesso modo apprendiamo, coscientemente o non, le migliaia di mezzi che agiscono sulla nostra organizza– zione psichica. E prima che !'«io» autonomo abbia acquisito la maturità e la possibilità di scegliere liberamente e coscis;!ntemente le sue idee ed i suoi sen– timenti che corrispondono alla sua organizzazione psico-filosofica, detto «io» riceve scopi e mezzi già formulati e pronti, che sono stati elaborati nel laborato– rio della sìoria della vita sociale. La nostra esperienza di vita individuale ha come antecedente l'esperienza di uomini ormai morti che al di là della loro tomba continuano a parlarci dei loro desideri, delle loro creazioni ed attraver– so l'eredità. Siamo circondati dai loro doni senza nemmeno essere completa– mente coscienti dei giganteschi sforzi della loro ,·olontà che sono stati necessa– ri per acquisire ciò che a noi sembra tanto evidente e tanto facile. Stino state distrulte tribù, sono scomparse intere generazioni lasciandoci non soltanto qualche monumento, ma la loro immensa esperienza. E, pur senza rendercene conto, essa ci possiede, essa suggerisce i nostri pensieri, stimola i nostri senti– menti, determina le nostre azioni. Un altro fatto dimosfra la nostra appartenenza ad un gruppo sociale di una data epoca, di un dato popolo, al di fuori anche della nostra partecipazio– ne attiva al suo lavoro creatore. Come un proprietario di beni immobiliari ur– bani, il quale ha redditi e benefici ingiusti pen.::hè non guadagnati col proprio bvoro ma grazie allo sviluppo tecnico, demograf:co, etc. della città, così la no– stra appJrtencnza ad un gruppo sociale ci fa ottenere benefici considerevoli, in– tellctluali ed etici, che oltrepassano di molto il nostro proprio sforzo personale. P~rtanto, prima che in noi si risvegli il nostro s.pirito critico, noi ci troviamo prigionieri di affermazioni e di concetti che non provengono direttamente da noi ma che possono farci commuovere di gioia o di tristeaa. Ed anche se noi non arr:vassimo a rcrmare la nostra personalità creatrice, questi fanlasmi stra– ni prenderebbero completo possesso di noi e ne saremmo per sempre gli schia– vi sema coscienza di esserlo. 710
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