Volontà - anno XIX- n.12 - dicembre 1966

3 La vita sociale, oltre al fatto che risponde al nos1ro is1into di conser– • vazionc. presenta per noi un van1aggio, per lo sviluppo cd il perfe– zionamento della nostra individualità, cd è il vantaggio «del maggior numero». Si considera da poco tempo come un'evidenza più o meno acccuata il fat– to che l'aumento della cerchia sociale rappresenta una condizione particolar– mente favorevole allo sviluppo delle capacirà individuali ed all'aumento del livello gcncrnle della stessa società. D'altra parte, solo una società relativa– mente grande può permettere una diffcrenzia7ione più profonda della vita professionale e, per suo tramite, una differenziazione delle capacità. E' la cerchia sociale allargata che ha potulo elevare e formare l'uomo attuale con i suoi amplissimi orizzonti e con la sua piena coscienza d'una cultura uni– versale. Questa concezione non è condivisa da tutti: B. Sidis, in «La psicologia della suggestione•, scrive: •La forza della personalità è in proporz.ionc inversa al numero degli uomini riuniti. Questa legge è valida non soltanto per le folle, ma anche per delle masse altamente organiz.z...·ue. Nelle organizzazioni socia– li più grandi si trovano generalmente delle personalità più deboli; non si trovano individui notevoli nell'an1ico Egitto, in Babilonia, in Assiria, nella Persia, ma nei piccoli comuni della Grecia antica e della Giudea•. Rilevato quanto sopra perchè l'esposizione fosse il più possibile completa, l'iprcndiamo il filo della nostra argomentazione, dicendo che le personalità più altamente differenziate si trovano in ristrcttc1..1.a in :seno ad una piccola cerchia. Di fronte al pericolo di soffocare e per potere continuare a svilup– pare le loro capacità, gli individui rompono questi sbarramenti, li allonta– nano dalle loro forze ed i gruppi sociali tendono così a divenire sempre più grandi. 4 Se noi siamo debitori verso la società della conservazione e dellQ • sviluppo (nel senso d'un ada11arncnto a compiti nuovi e più com– plessi della nostra vita) del nostro tipo fisico, noi lo siamo altrcsi per ciò che sembra ancora più importante nella nostra natura: il nostro entusiasmo per un ideale etico. La nostra morale, come la nos1ra lingua e la nostra logica, hanno origine sociale. Il concetto di valore, l'ideale ed il <.:ontenuto della nostra morale si .sono !-viluppati a partire dalla lotta dell'individuo per la sua libertà, lotta per la quale occorre un ambiente sociale. Di conscguenta, le pili accese pro– teste con1ro il dispotismo della collettività le più affascinanti prospettive della nostra immaginazione per l'epoca m cui •cadranno le ultime catene della società• - così come vengono formulate da cqloro i quali si basano su una certa concezione individualista-anarchicà - provengono dalla nostrn appartenenza ad un ambiente sociale. l nostri rifiuti, così come i nostri as– $Cnsi, sono sempre costruiti col materiale che ci dà la cultura umana tra– manda1aci col\e11ivamcn1e attr~werso i ,;ecoli. La vita sociale e collettiva re– sta co~ì il grande slimoto drllc nostre tendenz<.! etiche cd ha il merito di ri- 709

RkJQdWJsaXNoZXIy