Volontà - anno XIX- n.12 - dicembre 1966

attiva» il quale prende innumerevoli e diversissime forme nell'uomo contem– poraneo. Una particolare dimostrazione dell'influenza della vita sociale sulla con– servazione dell'individuo condannato a perire in condizioni di isolamento pili o meno grande, può essere il fallo del suicidio nella società contempo. ranea. E' risaputo che i popoli, in una data civiltà che è carauerizzata da un certo numero di falli sociali, presentano ogni anno una determinata per– centuale di suicidi. Trn i nume1·osi studi dedicati all'analisi delle cause di qu~sto misterioso fenomeno, bisogna segnalare innanzitutto la rimarchevole opera del sociologo francese Durkheim: «Le suicide». Dopo una particolareg– giata analisi dei numerosi fattori che provocano il suicidio - fattori religio– si, economici, giuridici, politici etc. - Durkheim giunge alla conclusione che ,cii numero dei suicidi è in proporzione contraria al grado d'integrazione nel– la società familiare, religiosa politica»; in altre parole, eh~· il numero dei suicidi è in proporzione c-ontraria al grndo c.l'mtcgraz.ione nei gruppi sociali in cui entra l'individuo. L'individualismo estremo il quale non accetta altro principio che la propria tendenza a realizzare immediatamente la propria volontà, secondo Ourkhcim non è soltanto uri fauorc favorevole nella genesi del suicidio, ma può essere considerato come una delle cause dirette dì qu:-sto fenomeno. Al contrario, la vita in -;oc!età che provoca sentimenti di simpatia e di solidarietà (anche nella nostra attu~le società la cui forma, economica ed intelletlualc, è imperfetta al più alto grado) rappresenta il più potente mezzo per contrastare detta tendenz.i al suicidio molto diffusa e, a quanto pare, induttabile., Bisogna osservare che Durkheim, che era molto lontano dalla concezi0- ne anarchica, propende, nella ricerca di una spiegazione statistica di quel fc. nomeno, a respingere un certo determinismo che peserebbe sugli individui cd a considerare l'uomo come relativaménte libero. Il suo ragionamento è ;il\'incirca questo: i fenomeni demografici cos!anti sono provocati da forze d1.: si situano al di fuori dell'individuo. Queste forze esigono un certo nume– ro di atti ma questi possono provenire in mtido assolutamente indifferente d~ uno o d,1 un altro individuo. li numero c!ci vinti eguaglia il numero di coloro che resistono. La scelta appartien..:! dunque in definitiva all'individuo. Nello stesso tempo, il numero di individui predisposti al suicidio, in non importa quale organizzazicme sociale e in non importa qual momento dato, è sempre maggiore del numero effettivo dei ~uicidi. Nella concezione gene– rale del Durkheim, al di fuori delle forze psicologiche, biologiche, fisiologi– che, etc., esistono anche forze sociali che reagiscono sull'individuo dall'ester– no, come le forze di cui sopra. Se le prime di queste forze non escludono u– na certa libertà umana, non abbiamo alcuna ragione di considerare diversa. mente le seconde. RitQrnanrlo al nostro argomento principale, può dirsi che l'istinto sociale si presenta come un prodotto necessario di quell'istinto di conservazione che sonnecchia sempre in noi. 708

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