Volontà - anno XIX- n.11 - novembre 1966

~.G. E il padre? P. Mi 1·m•ino - <liccva -, rovino tutto ma riusdrò nello scopo. Risusciterò pure i morti al camposanto D.G. E il figlio? P. Papà, se già credi, credi pure al rnorto risuscitato; se quello risuscita prim:t, tu resterai S(.:mprc senza fede. Cambia la merce nella valigia; ~e no, viaggi scn– ZR gu;:1dagnarc nemmeno le spese. D.G. E il padre? P. Don Gcnnà, il padre il figlio, il tìglio il padre, mi avete rotto i timpani, e anche la trinità sen.ta spirito santo. D.G. Ma il padre cosa fcc2?! P. M11ret/f:! cu111111e 'o pate 'e Pulecine/la: 'e s11bbi1e!.'f DG. Quanto mi sci antipntico, Pasarié! mi hai ucci"-O tutti i mid morti. P. Don Gennà, ma voi! D.G. E te la pigli sempre con lo Spirito Santo. P. Don Gennà, sapete com•.! si chiama chi non :immette lo spirito santo? D.G. Senza bestemmiare"' P. Senza bestemmiare. Si chiama pneumatomico. D.C. Pneuma ... P. Nossignore! si dice pncumatomaco. D.G. E tu saresti uno ... P. Sì, sì, così piccolo e già pneumatomaco. DG. Così pié:colo e già di~graziato! V:.lknc, vauene; fammi vedere pit,ttosto la tele- visione. Oh, Quant'è bello! P. Vedete, vcd~te la bambina col mazzo di fiori. D.G. Uh, inciampa, poverina. P. E' nien1c, non è nemml!no caduta, subito si i! ricomposta. D.G. Adesso offre al pspa un mazzo di fìori, cspre~sione del sentimento. R E con afetosi avog11ri. D.G. Vedi il papa com'è commosso; q11ant'è bello! P. Piange. D.G. Uh, è vero, Quant'1~ bello! P. Una lacrima sul viso. D.G. Quant'è b~llo! P. Una seconda lacrima sul viso. D.G. Una tenia ... P ,r.Jo, no, don Gennà, dopo la seconda lacrima ha fatto una sciusciata di naso. D.G. Quant'è bello, Pascarié! P. Don Gennà, non ha sciusciato bene, è rimasta una stabttitc. D.G Quant'è bello. Pascarié! L.E. PANTERA 656

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