Volontà - anno XIX- n.11 - novembre 1966

polo italiano, aumenti salariali, riforme sociali, fine delle vergognose speculazioni, sviluppo ordinato e programmato dell'economia per il benessere del popolo, ecc. Poi i sociaJisti entrarono finalmente nel governo proclamando l'ingresso dei lavoratori nello stato e tante altre favole pescate nella fantasia marxista. La nuova politica ha portato disoccupazione, di– minuzione dei salari, aumento della miseria, mentre l'imbroglio, la speculazione immonda e le prevaricazioni clericali imperano indi– sturbate. Tultavi:.l i socialisti continuano imperterriti a proclamare i lavo– ratori al governo e con la carta dell'unificazione danno un aggiorna– mento teorico· alla vecchia storia. Ma anche in quella carta non c'è nulla di nuovo pcrchè esprime la politica che da oltre vent'anni perse– guono i comunisti con la loro permanente offerta di collaborazione. Se non sono entrati al governo è per ragioni di politica internazinale e non per ragioni sociali. Socialmente comunismo e socialdemocrazia si ritrovano qui in Italia perfettamente allineati nello stesso falli– mento ideologico. L'evidente fallimento storico del socialismo autoritario nelle due forme socialdemocratica e comunista che si risolvono oggi in una nuova politica capitalista o neocapitalismo, può indurre a conclusioni pessimistiche. Si può pensare che il socialismo, ovvero l'uguaglianza e la società di tutti non è realizzabile e che il fallimento di quelle due grandi esperienze storiche lo dimostrano. E la risposta potrebbe es• sere questa se si trattasse di un problema accademico. Ma si tratta invece di un problema di vita e di sofferenza. I lavoratori e le nuove generazioni che si affacciano alla vita non sono affatto rassegnati al ]oro destino di alienazione, di merce - lavoro e di strumento dell'al– trui potere. Il popolo continua a soffrire sotto il tallone di ferro padronale sb esso comunista o cristiano e non v'è dimostrazione di piazza in cui non sfoghi la sua rabbia rompendo talvolta gli argini d~lla manifesta~ zione ordinata. La mancanza di prospettive e l'apparente stabilità so– ciale sono in contrasto con la generale convinzione che le cose devo-– no cambiare e che non è possibile continuare così. Affermare che l'attuale situazione ha carattere definitivo, è l'affermazione più uto– pistica che si possa fare oggi. Ed il popolo non crede più ai fuochi fatui della politica anche se nell'impossibilità di agire diversamente affluisce periodicamente alle urne. Esso aspira a mutamenti radicali che rendono giustizia alle sue esigenze e alla sua dignità mortificata. Se da questa aspirazione dovesse rinascere una coscienza rivoluzio• naria, essa avrà acquisito dall'esperienza una verità fondamentale preannunciata sin dalle origini del socialismo: che il riscatto dei lavo- ratori deve essere opera dei lavoratori stessi. ALBERTO MORONl 611

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