Volontà - anno XIX- n.10 - ottobre 1966

noltc, il vero /avorn di Il ... di Lo... e de– gli altri a\leva inizio. Una none, :.11piano di sopra, tortura– rono u;1 uomo: un arabo, di una certa dà, a giudicare dal timbro della voce. Frn le grida terribili che la tortura gli ~,rappava, lo sentivo proclamare esausto: - Viva la Francia! Viva la Francia! - Certarnent(' credeva, così, di ingraziarsi ! carnefici. Ma gli altri eontiouavano a tor– turarlo e le loro risa risuonavano per tulla la casa». Siam() evidentemente un pò lontani dai gentiluomini ottusi C"m.trclli ad azioni :-.piacc\'oli che Pontecorvo diplomatica- 1rente h:1 presentato. Ci farc.bbe però piacere se quei valenti critici (•! sono troppi). che hanno sia pu– re timid.imente o larvatamente rimprove– rato Pontecorvo per essere stato « di ma– nica larga" con gli algerini, ricordassero di tanto in tanto che dovere di un onesto critico cinematografico non è solo il co– noscer~ a menadito le teorie di Balazs, Arnhcim o Ragghianti, ma anche essere documentati sulle questioni trattate dai fihns recensiti. Se poi la pretesa t; quella che un ar1i– s1« non debba esprimere, sia pure con le– ' iti! cscrr.p!arc, la sua partecipazione uma– n;i all'orgomento trattato, è chiaro che si ,·uol loglìere aì\'ar!e un suo elemento fnnòimcnlale, la soggellività, e il discor. so cade di const·gucnz;1. Come dicevamo all'ini7io, « La battaglia di Algeri• è un fìlrn epico e uno dei meriti del regista è stato anchc quelle, di aver saputo confcn. re umanità ai personaggi simbolici che ser– \Ono d.1 filo conduttore alla narrazione (\'cdi, ad t:::scmpio. le perplessità e k pau- 1"<! dell·.: algerine attentatrici, 11 crescente terrore del vecchio indigeno che si accor– ge di trovarsi isolato nella cìllà bianca O– ~l1le e l'orrore disperato all'algerino di fronte alla propria del.izionc strappata con !a torlu.-a). L'epopea è poi rappresentata con una asciuttezza che ha talvolta freddezza do– cumentariJ;tica e talvolta preziosità for– n-.ali eh~ la guida di una squisita sensi bilità umana porta a toccanti momenti lirici dalle cui immagini la commozione çiù cht. imposta è suggcrit;:1. La levità del tocco è appunto :.mo dei pregi maggiori di QL:est'opera. De « la batta.glia di Algeri» \lanno ri coi dati ,inche l'avvincente realismo delk: scene di massa, girate evidentemente scn- 7'.l limitazione di mezzi, e le misurate in– tcq~i-eta;,:ioni di tutti gli interpreti. Le uhirne immagini del film mostrano la popubzionc di Algeri che, incurante c 1 ella repressione poliziesca, manifesta contro il colonialismo e noi sappiamo che ciò che ·•ediamo non appartiene solo rii nostri tempi e alla s1oria dell'Alge– ria, ma a tutte le epoche e a tutli i po– poli oppn.>ssi. TI « Leone d'oro,, 1966, rnl– legriamoccnc. non è stato vinto solo da ur'opera d'ane particolarmente riuscita, m;:1 anche dal progressismo umanistico che 1 'ha i!>pirata. «... E IL DIAVOLO HA RISO» In un paesino della Francia la tran– quillità è turbata dalla presenza di un aitante 1aglialcgna itc1li. :i.no( Ettore Man– r:i) che cornifica abbondantemente gli ind<gcni. Il dramma ha inizio col ridestarsi della sessualità sopita della non più giovinis– sima maL·slra del paese (Jec1nne Moreau}. La d( nna comincia a desiderare anche .-dia gli amplessi del boscaiolo, ma la sua educazione le im;,one la repressione de– gli istinti c così questi trovano sfogo in un sadismo « purificatore». " Mackmoiselle » cominci;1 :1 punire ! 607

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