Volontà - anno XIX- n.10 - ottobre 1966

«L'apoc~dissc», l'esaltazione sfrenata dell'individuo forte, coraggioso, po– tente, dominatore, del Supcr-Uomd) dell'uomo che supera la mediocrità. Ne deriva una critica ferrata al senti– mento egalitario e individuale dei gruppi di rivoluzionari del mondo con temporaneo: « Ma un grande santo come Lenin (o Shelley o S. Francesco) non sa far altro che gridare «anatema! anatema!» al naturale orgoglio dell'io bramoso di potenza, cercando delibe– ratamente di distruggere ogni forza e signoria per lasciare l'uomo povero, così povero! Povero e immiserito co– me lo sono oggi tutti, nelle moderne democrn.zie, poichè in nessun luogo gli uomini furono più impoveriti che nelle d~mocrazie moderne». .i\ccette,·emmo la critica che Law– rcnce f2, dell'uomo di oggi immiserito, e quindi non realizzato nella sua per– ~ona]i1~1, se egli prosp:::llasse un mon– do in cui tutU gli uomini possano es– sere più vitali e n:alizzati. Ma così non è. Lawrence è per un mondo di «eroi», di pochi uomini forti, è per l'istinto di potenza, che ammette ap– punto h gcrnrchia dei forti sulle mas– se brut(: e sempre incoscienti. " ...riconoscete la naturale potenza ncil uomo, come si facevn. nel passato, 1·cndet. gli omaggio, e desterete una gran gioia, un senso di elevai:ionc, u– n:::iccrrcnte di potenza che si trasmet– l~rù d::i.J più potc:-:ti ai meno potenti. Che ;i-.1vié!ne~e invece agite in senso contrario? Negate la potenza ed ecco– la svanire, negate il potere in un uo– mo più grande e perderei e potenza anche voi. E poichè la società, oggi com.:: :,:çn'prc, ha bisogno di essere condo I t::i e governata, la massa, lad– do,·e n:ga la potenza, sente la ncccs- sità di garantire almeno «l'autorità». L\iutorità è il surrog:ito della potenza: perciò noi abbiamo ministri pubblici ufficiali 1 , polizia ... Nessun uomo è o può essere un mero individuo. La massa degli uo– mini ha soltanto un accenno tenue, seppur~ cc l'ha, di individualità. La massa degli uomini vive e si muove:, pensa e sente, collettivamente, e non ha pn.iticamente emozioni individua– li nè s~ntimenti nè pensiero, è sempre stato LO~ì e sempre sarà~ (L'apoca– lisse). Dopo aver negato valore ai senti– menti naturali di uguaglianza e indi– \'idualìlb, per la cui re::ilizzazionc an– cora oggj tutti i liber1~1ri lollano, Law– rencç 1..ondude, nella sua impeccabile logic::i d m:toritario che «aver un cre– do individualista, che n~ghi la realtà delle gerarchie, conduce solo a una maggiore ,\narchia» - qui egli mostr~i cii conosce.re esattamente l'anarchia, qt:ando sottintcncle che essa è indi– vidualità: altrove invece Lawrence cli. cc di un personaggio del suo roman– zo che L:ssa è- ,rnichilista e vcramcnk an~11chica» Quindi le masse degli ucmini non hanno pensieri, 11è individualità. Cc lo ,onfcrma antora il Lawrencc quan– do, ne «L',:unanlc di Lady Chatterley», fa dire al guardiacaccia Mellors (il portavoc<" della sua dottrina «eroica»): «questo è i I solo mezzo per risolvere il pruhlema industriale: insegnare al popolo a viver~ in bellezza, senza bi– sogno di spendere. Ma è impossibile. Oggi non ci :.ono che intelligenze li– mitate Invece la massa del popolo non dovrebbe neppure provare a pen– sare, pcrchè non è capace. Dovrebbe essere viva e allegra e adorare il gran dio Pa!~ ()ue~tu è ,1 solo dic- delle 599

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