Volontà - anno XIX- n.10 - ottobre 1966

comandato con galere, caserme e lavori forzati, sotto l'enorme concen– tramento economico e di potere si formano i primi nuclei di una nuova borghesia che incomincia a reclamare le sue prerogative. A questo putL to la classe politica si divide: una parte di essa si fa realisticamente in_ terprete delle nuove istanze direzionali, mentre l'altra parte si irrigi– disce sulla linea rivoluzionaria. E' così che si spiegano le purghe sta– liniane ed è così che si spiega la rivoluzione culturale in Cina. Naturalmente non è una lotta di astratti princìpi ma di propositi concreti. La linea rivoluzionaria di uno stato socia/sta consiste nella netta separazione economica e politica dagli stati capitalistici nella politica estera - e nella politica interna nella proibizione di ogni ini– ziativa economica non statale. La nuova borghesia reclama invece l'in– tesa con gli stati capitalisti e un principio di autonomia economica. Così in Russia all'epoca di Stalin, così_oggi in Cina. La comparazione dev'essere naturalmente intesa in modo relativo per le diverse condi– zioni storiche e sociali, ma il motivo di fondo è questo. Possimno ora osservare alcune caratteristiche del turbamento ci– nese. Innanzitutto l'accanimento antirusso. La repressione antiborghese di Stalin era un fatto esclusivamente interno, ma la violenta campagna antiborghese promossa in Cina da alcuni dirigenti è costretta. a fare i conti con la Russia. Infatti, dopo la morte di Stalin 1 in Russia, sono sta_ te pienamente accolte le istanze della borghesia e perciò la politica ri– chiesta dalla borghesia cinese trova espressione nel grande stato socia– lista vicino. Lottando contro la politica russa, i dirigenti cinesi lottano contro la montante borghesia interna. Un'altra caratteristica di questa rivoluzione culturale è l'odio e la distruzione della cultura della borghese. Distruggere la cultura del passato e del mondo circostante e promuovere una cultura nuova, pro~ letaria. La tesi potrebbe avere un certo fascino se fosse un atteggiamen_ to artistico, ma, come azione di governo, ci riconduce alle più tristi e– poche dell'inquisizione. Qui notiamo due errori di valutazione caratte– ristici del socialismo autoritario: valutazione delle idee e valutazione della cultura. I sistemi di inibizione mentale propri della società repressiva e capitalista, vanno colpiti alle radici eliminando le posizioni di potere e di privilegio che le soster1gono, poi cadono da sé. Perseguitarli è con– troproducente. In loro contrapposto, le idee nuove si affermano per forza propria e non possono affermarsi divesamente: imporle con la violenza significa ucciderle. Esse conquistano le coscienze, cambiano gli uomini e il loro modo di vivere ed è questa spontaneità della loro diffusione che convalida la loro ragion.!. d'essere. Ne << La madre» di Massimo Gorki, troviamo un esempio indimenticabile del diffondersi di un'idea e della sua forza spontanea di trasformazione. La fabbrica 546

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