Volontà - anno XIX- n.8-9 - agosto-settembre 1966

niente e quando notavo che non accet– tavano volentieri alcune cose, io non insistevo e cercavo Wl altro espedien– te. Da queste esperienze risultò per me e J>Cr i maestri che lavoravano con mc a H1snaia Poliana e in altre scuole e 1>oncvano a base dell'insegnamento la libertà, che quasi tutto ciò che si scri– ve per le scuole nel mondo pedagogico è sc1mrato dalla realtà da una voragi– ne Immensa». Ma la libertà integrale, la libertà as– soluta (come ogni assoluto) è una chi• mera, Tolstoi, fine psicologo, aveva compreso che, nella natura dell'uomo e soprattutto del ragazzo, una forza è costantemente in gioco, per la quale la spontaneità assoluta dell'essere di– viene un'astrazione irreali7.zabile. Que– sta (orza è la suggestione. Si possono ( si devono) allontanare le influenze affinchè la natura si mani– festi liberamente; ma la natura non è essa stessa intessuta d'inOucnzc? Bcnchè si sia considerata scientifi– camente la suggestione come fatto di psicologia normale e benchè Bernheim abbia scritto: « Tutto non è nella sug– gestione, ma la suggestione è in tut– to•, Tolstoi dichiara: « Ogni attività umana è provocata da tre cause impulsive, Il senllmcnlo, la ragione, la suggestione, quello stesso stato che I medici chiamano Ipnosi. A volte l'uomo non agisce che sotto l'ln• flusso del sentimento aspirando a rag– giungere ciò che desidera. A volte agisce sotto l'influsso della ragione che gli mostra ciò che deve fare. A volte, il più sovente, l'uomo agisce perchè egli stesso o gli altri uomini gli hanno ispirato una certa attività ed egli in• cosclamcnte si sottomette a questa suggestione•· Sicurn.mcnte la suggestione è una potenza il più sovente nefasta (super• stizione dogmi, schiavitù, ecc.) e per– ciò una delle fatiche e non la minore, dell'educalOrc sarà di cercare di pre– serv::tre il ragazzo dalle suggestioni ne– faste, ma non di preservarlo da ogni suggestione poichè ciò è impossibile. Bisogna dunque che l'educazione eli– mini più che sia possibile le sugge– stioni nefaste e rinforzi le buone. E', c\d resto, ciò che spinge Tolstoi a scri– vere: « L'uomo non 11uò mantenersi continuamente alle aJtezze che egli raggiunge a volle; solamente una volta raggiunte queste alte1.Zc, bisogna che egli si ipnotizzi al fine di agire durante i periodi di depressione conformomen• te alla rivelazione che ha avuto sulle sommilà ». Tolstoi considerava che gli studi sto– rici dovevano partire dal presente per scop1ire il passato e risalire di gene– razione in generazione. Ugualmente per lui lo studio della geografia prendeva il suo punto di par– tenza sul posto e progrediva dal di dentro al di fuori come una escursio– ne che conduce gli allievi dall'aula al• traverso il vasto mondo. A ciò aggiungeva che, secondo lui, le nozioni storiche e geografiche re– stavano per la maggior parte inassi– milabili prim::t dell'università, non a– vendo gli alunni che la nozione del mondo presente sotto i loro occhi, in– gr.1.ndito dalla loro immaginazione. Ben presto sugger\ ai nuovi alunni di scrivere dei brani per teatro, e di fatto l'eccellenza di un brano così com– posto e messo in opera da un a11ievo di nome Fedka e da due suoi amici, gli ispirò un vero entusiasmo. I tre fanciulli, senza dir niente, ave– vano trascorso delle notti in bianco per perfezionare la loro opera. 493

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