Volontà - anno XIX- n.7 - luglio 1966

tempo e nello spazio non ha in sè nul· la di assoluto. Solamente un pensiero limitato e ristretto ricerca costante– mente una causa o un principio all'uni– verso. E Bi.ichner non s'è mai posto il problema, insolubile, su ciò che in ul– tima analisi si deve intendere con le parole materia e spirito, e neanche qua– le possa cssc1·e la natura dei rapporti che unisce questi due termini astratti; si è solo sforzato di dimostrare la loro stretta correlazione e la loro assoluta indissolubilità. Lo spirito umano, prodotto sottile della natura - scrive il Bi.idmer- non saprebbe contenere in sè conoscenze o facoltà soprannaturali. D'altra parte, per quanto lontano pos~ano estt'!ì1- òersi il pensiero e la conoscezna, niente di soprannaturale è finora stato sco– perto. La scienza non è nè idealista, nè 1m1terialista, ma è solamente reali– sta. Essa studia soprattutto i fatti e cerca di conoscerne i rapporti razio– nali esistenti fra loro, senza lasciarsi influenzare da un sistema preconcetto cd invariabile, nè a questa od a quel– l'altra tendenza. Una forza che non fosse unita alla maleria, che spaziasse liberamente al di sopra di essa, sarebbe un'idea as– surda. Altrettanto la nozione d\ma for. za senza materia sarebbe senza fonda– mento. Un essere senza particolarità è un non senso che la ragione rigetta e che l'esperienza cerca vanamente nel– la natura. Parlare d'una forza creatri– ce che abbia trallo il mondo da sè stessa o dal niente, dà l'impressione di un discorso campato in ;iria, giacchè è impossibile non chiedersi immedia– tamente che cosa potrebbe essere que– sta forza che non si manifesta affatto nella materia. L'idea d'una tale forza ~ ::tssolutarnente inconciliabile con l'i- dea del nulla e dell'inazione_ Una for– za creatrice immobile e inerte è tanlO assurda quanto un2. forza senza mate– ria. Come assurda è l'idea d'una forLa creatrice che sorge improvvisamente dal nulla per rientrare in seguito in sè stessa. Poichè ciò che non può esse– re distrutto non può essere affatto creato. Bi..ichner afferma che la natura è im– mortale ed indistruttibile, nessun gra– nellino di p0lvere, per quanto piccolo possa essere, può perdersi nell'univer– so, come non è possibile aggiungerne alcuno. L'atomo, qualsiasi sia la com• plessità della combinazione di cui fa parte. ne uscirà sempre tal quale vi è entrato: non potrebbe essere creato di nuovo, nè cessare di essere; la sola c0- sa ad esso possibile è quella di cam– biare combinazione. La vita non è che il nrodotlo d\ma combinazione di m0- lec~le dotare di proprietà o forze spe– ciali ed essa deve necessariamente fini– re allorchè cessa questa combinazione. Dire di una cosa che essa muore, vuol dire che essa passa ad una novella esi– stenza. Del resto, come abbiamo accen– nato, queste cose le aveva già dette, fra altri, Empcdocle, che visse 450 anni a.e. Accennando alle diverse anomalìe e– sistenti nel gener..: umano, Riichner e,. sciama: « Quale assurdità temere i ma– li della natura umana e, nello stesso tempo, dimostrare di non saper soppor– tare le gioie che in essa risieono! ! Lo storico Cibbon. parlando dei monaci e dei chiostri, dice: « La credulità e la sottomissio11e annientarono il libero pensiero. fonte di ogni convinzione no– bile e ragionevole; e il monaco, adot· 421

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