Volontà - anno XIX- n.5 - maggio 1966

RIVELAZIONI N EWTON DICEVA, a proposito del– la sua teoria di gravità: « Tutto av– viene come se i corpi celesti si atti– rassero in ragione diretta delle m::tsse e in ragione inversa dei quadrati del– le dislanzc». Non diceva «i corpi cc– Jc,;ti si attirano». Leopardi scrisse che il solo intento della natura è la morte, la quale per lui significava rine di tutto, totale an– nientamento. Se oggidì risuscitasse, forse giudicherebbe la morte in altro modo e forse scriverebbe che tutto avviene come se il solo intento della natura fosse la morte, cioè la distru– zione della vita. Tale, infatti, è l'ap– Jlarcnza; ma che valgono oramai le apparenze? La scienza non le ha forse smentite quasi tutte? Che cosa resta delle opinioni «scientifiche» dei nostri antenati, tutte fondate sulle apparen– ze, cioè sulle impressioni semplici dei sensi? La scienza moderna, assai più del– l'antica, fa apparire misteriosa la na· tura; mostra che, più s'impara più rimane da imparare; più si scopre, più rimane da scoprire; che Iside è avvolta da veli innumerevoli. Ogni mi– stero finalmente conosciuto ce ne in– dica un altro da conoscere, [accndoci pen<:are a quelle scatole poste l'una dentro l'altra che, aprendole via via, ci sembra di non poter mai giungere ad una che sia l'ultima. Ma ciò che per le scatole è sola un'apparenza, per la natura è una realità. La natura non ha limiti di grandezza e di segreti. Ora appunto, tale stratificazione di segreti, tale avvolgimento in tanti ve– li, tante scoperte sorprendenti ci pro– ducono due effetti contrari inevitabili: 288 da un lato, ci fanno sccLtici sui risul– tati definitivi d'una indagine; dall'al– tro, ci fanno apparir come ammissibi– le qualunque ipotesi più ardita. Insom– ma ci fan cauti tnnto nel credere quanto nel negare. La morte più non sembra come nel passato, una zona impenetrabile al– l'indagine Pare che la spinta dell'ansia umana di conoscere produca, nel mu– ro che cinge quella zona, delle [es• sure tenui per le quali l'occhio inten– to, pur con gran studio e gran fatica, riesce a intravedere qualche cosa di là. E par che un vento porti, dall'al di là ciel muro, qualche foglia e qualche fiore, rivelanti che la terra colà non è un deserto Nei processi di fissione e di fusio– ne nucleare, la materia perde una particella del suo peso, ciot: della sua massa. Nell'equazione alchimica, con– trariamente a ciò che avviene in quel· la chimica, i due membri non hanno massa uguale, il secondo pesando cir– ca 0,09%? S'è forse distrutto? No cer• tamente: esso si è trasformato in e– nergia, e in quella quantità immensa d'energia che tutti sanno e che Ein– stein ha esattamente calcolata ed e– spressa con la formala famosa. Quin– di il processo nucleare, se non ubbidi– sce alla Legge di Lavoisier, ubbidisce tuttavia alla Legge generale di co– stanza, la quale insegna che tutto è soggetto a mutamento, ma che nulla si crea o si distrugge. Perchè qualche cosa di simile non dovrebbe avvenire per la vita? Non è questa una forma d'energia? Forse, se si pesasse un essere poco prima della morte e, dopo questa, si pesas– se il suo cadavere o i prodotti della

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