Volontà - anno XIX- n.5 - maggio 1966

proprietà che perpelua le esurpazioni con le quali sì tengono schiavi i miseri, i diseredati, gli eterni bisognosi. ·Il diritto della forza economica e politica dovrà essere sostituito - di comunissimo accordo - con la forza del diritto umanitario uguale per tutti. Ed in viriù di tulle le virtù dovrà essere abolita quella tale morale che con– sente di lasciare morire di fame, di tiranneggiare, di perseguitare il prossimo; e necessita sostituirvi la vera morale della libertà individuale e collettiva or– ganizzata liberlariamente con le collettivizzazioni di professioni, di arte e di mestieri, di produzione e di consumi, di commerci e di scambi - anche se di portata nazionale o internazionale - affinchè si attui il detto: ..uno pe1· lutti e tutti per uno». Carlo Pisacane, purissimo martire dei Risorgimento italiano, lasciò scrit· to: «... non governare ma rivoluzionare» - e la sottolineatura è dello stesso Pisacane, il quale intendeva dire che la rivcluzione che si siede per governa– re è una rivoluzione finita. L'anarchia per essere osservata, dovrà essere prima attuata; e sarà auuata quando tulli penseranno e agiranno sempre anarchicamentc. Come? Lo dice nel suo «Testamento politico» esso Pisacane: «... se tutti dicessero: la rivolu– zione deve farla il paese, di cui io sono una particella inf-inilesimalc, cp1>crò ho anche la mia parte infilùtcsimale da compiere, e la com1,io, la rivoluzionCj sarebbe inunediatamcntc gigante ». Ciò facendo si agisce anarchicamente. IL più delle volte la parola «anarchia» è usata per disordine, per confusio– ne, per caos; cd è interpretazione arbitraria di chi vuole perpetuare l'uso e l'abuso di tale errata affermazione. In base anche ad err~te valutazioni gli anarchici spesso sono stati condannati e sono ancora additati quali malfatto– ri; essi agiscono non a tradimento, non per rapina, non per naturale tenden• za ad azioni delittuose. I loro interventi sono vagliati e ponderati, volutamente premeditati per motivi di ragione. Hanno ordinali e controllati istinti cli ri– bellione e chiare idee rivoluzionarie; e sanno cli doverci rimettere spesso an– che la vita. In Italia hanno commesso degli attentati contro capi di stato e contro capi di governo. Perché? Tutte le spiegazioni po~sono trovarsi nei relativi processi giudiziari; e nes– suno sente la necessità cli «studiare, o almeno consultare» tali processi, che sono di grande ammaestramento. Ecco, in breve: , Giovanni Passanante (17-11-1878) tenta di pugnalare re Umberto I a Napoli per colpirlo «nella sua qualità di re, maggiore esponente delle classi privile– giate e delle autorità»; Paolo Lega (16-6-1894) spara contro il Presidente dei Ministri On. Francesco Crispi, il quale «inferocendo contro gli anarchici con leggi speciali, aveva an– che fatto sciogliere 271 società operaie sospette di affiliazioni anarchiche»; 281

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