Volontà - anno XIX- n.5 - maggio 1966

]n!)ensibilmente quasi, per una ferrea logica storica, l'educazione - che è sta– ta lungo i secoli un mezzo di emancipa1ionc - attualmente ingaggi,1 la SU3 glori0- sa lolla rinnovatrice; come l'av\'cnto dell'Internazionale diede il via alla società nuo,,a nel guscio della ,·ecchia, altre11anto sarà per l'educazione, la quale diver– rà evoluzione rivoluzionante. Nascono problemi concreti. Quello dell'estensione dell'educazione è in gran parte già risolto: per tutti. li contenuto? Un più profondo legame del sapere con la realtà e con gl'interessi dell'ambiente, giacchè l'educazione non offre sol– tanto piaceri intellettuali, ma anche capacità professionale, nonchè fori.a d'urto, in modo c11e - attraverso un sistema di vasi comunicanti - ogni singolo capace possa avanzare, salire di gradino in gradino e, utile così a se stesso ed alla socie– tà, possa raggiungere i più alti livelli del pensiero. Beninteso: ciascuno a seconda delle sue autentiche 1>0sslbllità; ossia, non in base al capriccio, al desiderio, a ciò che si vuole egoisticamente, bensì a ciò che la scienza della selezione e dell'orientamento professionale detenninano. Come il singolo ha dei diritti, così Il ha anche la società. Per mezzo dello Stato? Sì e no, o no e sì. Nella farragine dell'esistenza mo– derna non possiamo ancora organizzare direttamente il nostro sistema abitazio– nale, assistenziale, alimentare, educativo. Esso deve attuarsi attraverso organi– smi tecnici specializzati. Se come contribuenti paghiamo, se come cittadini agia– mo, abbiamo il diritto di controllare e di esigere. L'educazione e la cultura sono beni al di sopra dello Stato, cosl come lo è naturalmente la stessa società. La scienza, l'arte, l'educazione non sorgono nè si sviluppano per sortilegi dello Stato. Però questo può ostacolare o facilitarle. Il mac;simo di autonomia nelle istituzioni educative, una crescente gestione tecnica cd una vigorosa partecipazione popolare, sociale, nello sviluppo di esse, segnano la via. A nostro giudizio, è bene non stabilire regole fisse per tutte le ragioni ed egualmente per tutti i paesi, giacchè siamo in un mondo soggetto a continui mulamcnti. E' essenziale procedere approfondendo e vivificando l'impulso storico che, radicato nell'essenza stessa della natura umana, spinge l'uomo ad agire li– beramente e socialmente. Come rilevarono Spcncer e T3rrida del Marmol, quanto meno Stato c'è tanto è meglio. Ma, se è giusto ammettere, che ancora occorre tem::o per questo incontro fraterno di tutto il genere umano, è vero altresì che all'educazione spetta questo particolare impegno. Leggete e diffondete volontà 178 JOSe M. LUNAZZI

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