Volontà - anno XIX- n.5 - maggio 1966

FRAMMENTI ... Originee fine del sorriso umano { I SENSO COMICO è staio molto studiato dai filosofi; ma per il momento non inleressano Je varie teorie che furono elaborate in inerito. Il nostro interesse è piuttosto attratto da un punto oscuro, e precisamente dall'impossibilità di sapere quando ebbe origine il sor– riso sulle labbra umane. Quale sarà mai stato il primo uomo che si è messo a ridere? E da quale causa - esterna e psichica ad un tempo - è scaturito il primo sorriso. E più logico pensare che l'animale Uomo si distingue dalle altre specie non per ia sua facoltà intellettiva - d'altronde ancora lontana dall'essere bene orientata - ma piuttosto per la sua virtù, as– solutamente esclusiva deJ\a razza umana, di saper sorridere. Il sorriso ha un'origine misteriosa e impenetrabile, analoga al pri– mo impulso che fece dell'uomo il padrone del fuoco. Ed a proposito formuliamoci un'altra òomanda: il sorriso è anteriore o posteriore all'uso del fuoco? Se fu anteriore allora non fu l'audacia di Prometeo che ci rese umani, bensì la sconcertante nascita del sorriso. Questu sa– rebbe il primo atto col quale ci siamo difesi contro la dure leggi del– l'esistenza. Prima di scaldarci, abbiamo sorriso. Prima di difendere il nostro corpo, abbiamo difeso il nostro spirito .. L'idea sarebbe certamente sublime per la nostra natura, se potes– simo veramente accertarci di una tale priorità. Comunque, rimane sempre, sovrana, la virtù di saper sorridere; forse unica àncora di sal– vezza per il pensiero umano. Anche il ridere di sè stessi rappresenta talvolta una salutare catarsi. La mano, unita al sorriso hanno creato una civiltà. Alquanto peccaminosa, è vero, ma pur sempre grande; e d'altronde con diverse e sicure possibilità di rimedio. Anzi, per il fu– turo rimane ancora un grande punto interrogativo: la civiltà dell'ato– mo avrà essa pure un suo particolare sorriso? Una dottrina filosofica - accennata da Cicerone e da Quintilia– no, ed in epoca moderna svolta più ampiamente dal Pcnjou - identi– fica il comico con una sorta di libertà; qualcosa che frantuma la rego– larità e l'uniformità della vita, senza arrecarci nessun danno e nessuna paura; anzi offrendoci un senso di sicurezza e di superiorità sulle cose 265

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