Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966

sono elerni • (pag. 6). E' strano, però, che al filosofo sia sfuggita l'esigenza psicolo– gica dell'immortalità come riscatto dal do. lore, come do,·uta ricompensa a chi non ha mai conosciuto nè felicità nè amore: che gli sia sfuggito che sono proprio co– loro i quali nulla perdono con la morie, a richiedere quell'immortalità, che dovreb– be soddisfare l'insopprimibile sete di giu– stizia dell'umana coscienza. Tu11avia la realtà del bene terreno sia pure nella sua forma più umile, che in Oc– cidente siamo a,,,,czzi a non prender nem. meno in considerazione per la sua cadua– cità, viene confermata con accenti di com. mossa poesia anche dalla saggcu.a di Lin Yutang, quando valuta il destino dell'uo– mo: • egli accclla la fatica e la sofrcren– za e soppesandole in confronto con la vita, con la fresca bellezza dcli.- campa– gna, con la chiara luna montana, non si lamcnla e non chiede di più• (Importan– za di vivere, Milano, 1939), pag. 494). l'amore può volgersi \'erso astrazioni am– bigue, che di,·enlano fonte di guai: amor di patria, amor di stirpe, amor di Dio, amor di pane, ccc. Quante guerre e per– secuzioni sono stante condotte in nome di alcuno di questi amori! Nè il nostro autore ignora il • conflitto di desideri, o di persone diverse o dcna stessa persona, in momenti diversi o anche nello stesso momento• (pag. 13), e che ogni codice u– mano • non è mai definitivo e autosuffi– ciente, e deve essere continuamente ag– giornato e controllato pcrchè si attenga sempre alla saggezza e alla bcnevolen1.a • (pag. 14). l vari codici morali fondati, in grande maggioranza sulla «superstizione•, sono (e quanto giustamente!) oggetto dell'acu– ta critica del filosofo, da quello degli At– z<.-chiche considcra\'ano necessario man– giare carne umana perchè non si offu– scasse la luce del sole, alla prescrizione ebraica di non cucinare il capretto nel latte della madre, alle leggi vigenti tutto. ra e che tuttora costituiscono uno scot- La seconda parie del « credo si propo- tante insoluto problema, per cui • diu– ne di rispondere alla domanda: « che co- tume sofferenze vena;ono inflitte a mi- sa dobbiamo fare?•. La risposta è la se- lioni d'esseri umani, che mai avrebbero guentc: • la vita retta è quella ispirata dovuto nascere. Tutto questo perchè si dall'amore e guidala dafla conoscen1,<l • considera immorale il rapporto sessuale (pag. 8). Che cosa si debba intendere per che non sia accompagnato dal desiderio amore e per conoscenza ci viene chiarito di procreare, anche se è umanamente cer– nclle pagine seguenti, in cui si afferma to -che nasceranno esseri infelici. Le vit– anchc: • credo non si possa decidere qua- time degli Atzechi venivano uccise all'im– le condotta sia giu.sta o sbagliata se,iza prowiso e poi mangiate, ma la loro sof– riferirsi alle eventuali conseguenze• (pag. fcrenza durava un attimo, mentre quella Il). Conoscenza e amore sono indubbia- inflitta ai bambini nati in ambenti mi– mente fondamenti necessari, importanti, serevoli e infetti dura quanto la vita• imprenscindibili per l'umana condoua. (pag. 16). Ma, pur ritenendo B. Russel uno dei più I particolari della condotta morale non grandi maestri della nostra generazione, sono trascurati e gli esempi, intelligenti non ci sentiamo di seguirlo fino a consi- e arditi, sono numerosi. Giacchè l'autore derarli sufficiemi, data la tremenda com- è ben consapevole di tutte le difficoltà e plessi1à del problema morale. Anzitutto le complicazioni in cui viene a trovarsi la 253

RkJQdWJsaXNoZXIy