Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966
tro, non avrebbero più ragione di essere; esisterebbero come simpatie o come residui sentimentali di un'epoca trascorsa, ma non riuscirebbero più a divider– ci. Ecco perchè io non do importanza alle polemiche e alle divisioni che oggi imperversano internamente fra gli anarchici; escludendo naturalmente la mala– fede, perchè quella c'è dappertullo e ci sarà anche tra noi. C.: - Pcrchè non parliamo elci giovani che hanno tanta vitalità di lotta nel no– stro movimento? Pcrchè qualche redattore vuole essere il padrone assoluto del suo giornale e vuole inserire solo gli articoli che piacciono a lui e non piaccio– no agli allri: Questa è una cosa importante! Noi avevamo dei giovani che san– no scrivere molto bene e con prospettive diverse da quelle della nostra stam– pa. Perchè hanno un obiellivo diverso, una lolla divers.1 da quella indicata ne– gli articoli tradiz;ionaJi, perchè i giovani vogliono /ollare, emandparsi in oc– gni direzione, avvicinare i compagni che sono in disparte; per tutto questo non li vogliono. Noi saremmo un numero veramente maggiore, ma le nostre polemi– che sono troppe. Questo rattrista quei compagni che hanno fede ncll'iclealc che è 1·,rnar– chismo, quei compagni che hanno fede nella 1011a e chi.! hanno sempre lottato, affro;ilato il carcere, affrontato l'esilio e se è necessario anche la morte. Essi si sono mangiati le proprietà lasciate lor:J dai padri, per combattere il fasci– smo; e sarebbero pronti a ricominciare per combattere il comlmismo, il socia– lismo e tutti gli elementi che sono nocivi e impediscono la nostra marcia. Questi sono gli uomini rhe oggi da! movimento anarchico vengono allon– tanati; non sono più saturati, vivono umilmente, ma con una fede dentro che li anima, pronti al richiamo di qualsi.:1si batlaglia. Noi abbiamo avuto dei compa– gni molto valorosi nella lotta partigiana, che oggi non si conoscono, non si sa– lutnno più. Occorre dar vita in Italia a un giornale nostro che il popolo legga, attra– verso il quale il lavoratore si senta sicuro delle proprit: rivendicazioni sociali; un giornale nostro che abbia 1,.mafaccia soci:.tlc, col q1_1alesi possa fare un pas– so progressivo verso quei dirilli che noi dobbiamo conquistare. oi siamo a– n:irchici perchè abbi:tmo concepito questo ideale, che è un ideale di lotta, di e– mancipn;,ione. Non dobbiamo soffermarci a guMdo.rc gli ~1.ltrimovimenti, dob– biamo guardare il nostro movimento, part.xipare ad ogni lotta affinchè il nu– mero dei nos!ri compagni si moltiplichi giornalmente e faccia schiera contro le aìtrc bandic1e. A.: - Altra cosa importante: voi dite che tanti cempagni si interessano della lotta anticomunista, aliri della !olla antir..:ligiosa, ecc. Però l'unica cosa che manca in noi e in qualsiasi movimento, è quesla: noi prima di cominciare a par– lare male del comunismo, dei preti dovremmo parlare mak dei nostri diretti padroni. Cioè se io dove lavoro, dicessi certe cose, mi butterebbero fuori; e cos.ì accadrcbb(:! anche a voi. Noi scegliamo sempre una lotta che ci permetta (lo dico senza rancore, nè con me nè con gli altri) di sopravvivere; p~rchè se io attaccassi sempre il posto dove lavoro, continuerei a es~ere buttato fuori. 219
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