Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966

Quello che dice D ... aspettiamo che la situazione maturi, che tutto il com– plesso politico sociale economico cvolv:L. mi fa pensare ;.\Ile vacche, che fan– no la ci'lcca sopra i prati e a un certo punto cresce l'erba. Io sono contro que– sta tauica che ci esdude dalla vita reale. Facciamolo noi il concime, in modo che l'erba sia di una certa qualità, dico l'erba o il grano o quello che voglia– mo. Se no di aspettare che le v.:1cche facciano la cacca pi.:1-chè cresca J'crba non me ne frega niente. Fin adesso abbiamo parlato di quello che non c'è; il compagno qui di Car– rara p:-trli di quello che c'è, nel movimento. D.: - Lui .:.i è abbt:veratn alla fonte di questi vecchi anarchici e ne ha trailo una ragione di vìt3. C.: - Come possono avvicinarsi i giovani a noi, se veramente non ci conoscono? 1 giovant non ci sonoscono. e noi, non facciamo niente perchè ci conoscano; perciò i giovani vannq .al!a deriva, come barche sul fiume. Se invece i vecchi ~\– vessero iniziato unc1 pi-opagandc1 di attrazione, se li avessero accolti come. si de– ve, come fc>nno alct1ni c0mpagni che io ho conosciuto e che non sono d'accordo con la redazione dei nostri giornali. In alcune città industriali ci sono stati e ci sono dei giornali del tutto inutili. E pensare che là vivono dei giovani veramen– te volor.lerosi, chi.; sarebbero capaci di trasfo1 mare questi giornali in organi at· tivi. Le pubblicazioni che diano impulso a ques1a lotta sociale mancano, anche dove è pieno di lavoratori, di giovani che sono ansiosi di conoscere quali sono i problemi e gli obiettivi eia conquistare. Per esempio parlando con un comi;rngno toscano, ·in un convegno, egli mi diceva: io non posso più scrivere perchè mi cestinano tulio quello che man– do. Pcn;hè io la penso secondo il mio concetto, secondo la mi<.1evoluzione, se– condo il mio pensiero psicologico; perciò io non posso più stare attaccato al mo– vimcnlo tradizionale di un tempo, perchl! non vale più nulla, perchè non mi dice pili niente, pcrrhè i giovani che io ho avvicinato hanno un altro mordente, un mordente di lo!t.:t, un mordente di emancipazione di cui non si può parlare con i vecchi compagni. fo ho inteso diverse conferenze di un compagno; nel 45 e nel 46 erano ferventi, attiravano la folla, e i giovani erano ansiosi di conoscere questo oratore e f!nche I.a sua penna. Oggi la sua penna non mi piace più, non 1ni j)iaccionu più nemmeno le sue confcren1.e, perchè tutto sta divetando un ge– suitismo politico sciocca, scn7a nessuna sostanza. Capite com'è la faccenda? Per quanto riguarda Carr. :i.ra, nei diversi sciopc1·i che abbiamo fatto, al– tr:-tverso i bncini Jei marmo, abbiamo dato un vC"roimpulso di lolla, che quan– do si scende in campo noi gli altri tremano, hanno paura; pcrchè J'anarchismo è azione, perchè l'~rnarchismo è vitalità, pcn::hè l'uomo anarch;co quando scende in piazza fa tremare la polizia! Infatti a Carrara gli individui che sono nocivi .,I movimento anarchico (come i missini, come tanti altri individui), non parla- 110,r,erchè la piazza è piena, la piazza protesta; protestano i giovani, le giovani .: le vecchie. Occorre allontanare da questa società di marasma le scorie. il pu– tridume che è nocivo al movimento anarchico. 217

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