Volontà - anno XIX- n.2 - febbraio 1966

Un cambiamento direuivo nella guida dei popoli sottintende anche un rin• novamcnto radicale della personalità individuale e l'abbandono di un metodo di vita che poggia sulla tradizione secolare dei rapporti umani. Un esame obiettivo dei fatti ci conduce a ragionare su una situazione assur– da della vita moderna che sembra volta a conservare, a ogni costo, una divisio– ne geograrica e politica con tutto l'antico corredo materiale e sentimenlale le• gato ai doveri dei cittadini. E non guarda, anzi sembra chiudere gli occhi, 'cli fronte alle superbe scoperte e creazioni della tecnica che rendono indifendibile e inutile ogni confine. Da questo inconciliabile accostamento nascono tutti i problemi che rendono oggi infelice l'umanità in una atmosfera di tragedia e di abbandono dei doveri verso l'immensa legione dei dimenticati sulla terra. Le due ideologie che sono oggi di rronte col loro compito preciso di preva– lere e di dominare non lasciano il campo ad orizzonti sereni: l'umanità spetta– trice ha dinnanzi a sè l'alternativa di trovarsi un giorno asservita a una pluto– crazia condizionatrice per tutli, oppure umiliata e oppressa da un fanatismo demagogico irresponsabile. L'uno e l'altro avranno come comandamento primo di mantenere le posizio– ni e si può essere certi che il lato umano, inteso in senso universale, sarà nella pratica negletto o, comunque, rappresenterà sempre un problema in sottordine da accantonare. Sembra chiaro adunque che bisogna cominciare a rendersi conto che la vi– ta sociale è ormai matura per scuotere di dosso il giogo della guida politica che si trova, essa stessa ormai, di fronte a un compito più grande di lei: i va~ lori universali sono inriniti ma non possono essere maneggiati e ristretti dall'op– portunismo contingente! La socialità politica ha ormai esaurito il suo mandato storico e deve Ja. sciare il campo a una nuova socialità: quella della tecnica scientifica su base sociologica. Diciamo più chiaramente che la organi1.zazione della vita nel mondo dovrà passare dalle mani della politica a quella della sociologia e che la collaborazio– ne della tecnica e della scienza, in questo secondo caso, sarà del tutto naturale e offerta in pieno consenso perchè poggiante esclusivamente sulle considerazio– ni umane del civile progresso. Vi sono infatti in questa seconda alternativa gli clementi per approfondire la conoscenza dell'uomo e per creare intorno a lui le premesse di vita sociale e di coesistenza civile e pacifica per tutti. Poichè, dalla prova dei fatti messi al vaglio fin qui, risulta evidente il falli– mento non solo del concetto di distinzione nazionalistica ma anche quello di lotta di classe. Ciascun uomo rappresenta, in sè, un piccolo mondo che va considerato uni• tariamente e che deve godere della stessa armonia data alla terra dalla natura. Non è dunque la considerazione artificiosa e livellatrice del tipo di lavoro 99

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