Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966
il co11te11uto, il quale trova il consenso della maggioranza dc.i leltori. Il delitto nella società anarchica? Poicht! sulla possibile attuazione delle comunità anarchiche ho dei dubbi circa i delitti, che anche nell'ambito di essa verrebbero sicuramente commessi, vorrei -.api.!rc: come farebbe la comunità stessa, senta lo ~lato, la magistratura e la po– lizia, a reprimerli o a prevenirli, dato che molti uomioi sono ancora dei primi– tivi, cd in grande maggioranza sono egoi– !'>ti, catti\'i e pronti al male pur di sod– disfare le proprie ambizioni e pur di au– mentare il proprio benessere? Un lettore Al miltente della lettera di cui sopra, die no11 è ma vuole restare anonimo, di– cùmw, innanzitulto, che la risoluzione di qualsiasi problema pratico dell'oggi (spe– cialmente quando questo problema è il risultato di ww stato di cose proprio del– l'oggi), proiellato nel futuro, in co1idizio– ni cioè che si presumono diametralmente opposte a quelle attuali, ha valore di ipo– tesi, ipotesi sia pure attendibile, ma ipo– tesi. La pubblicistica anarchica s'è occupata del problema specifico posto dal lettore e, per risolverlo, s'è particolarme11te sof– fermata sull'azio11e terapeutica della so– ciologia crimi11ale come quella più atta a sopprimere l'attività criminosa toglien– done via le cause generatrici. Sulla scor– ta del Beccaria, del Carmignani, del Car– rara, del I?omagnosi, in Italia; sulla scor– ta degli enciclopedisti francesi e delle speculazioni di Kant ed Hegel; tenendo conto delle statistiche criminali le quali consentono di concludere che la maggior parte dei reati contro la proprietà e de- 58 gli altri, elle ne sono il corollario imme– dialo, deriva dallo squilibrio economico della società; consapevoli che, per esem– pio, il furto non si elimina con l'irroga– zione di pene severe, ma che esso dimi– tmisce o scompare quando diminuiscono e scompaiono le cause generali che lo ham10 determinato: crisi di lavoro, salari i11sufficienti, miseria statale, etc., si è a– vauzato il seguente interrogativo: il delit– to, come violazione del sentimento uma- 110 e non come semplice infrazione dei codici vigenti, è esso un retaggio del– l'umanità? Già il Quetelet, nella sua Phisique so– ciale, icasticamente rispondeva che « è la società che prepara il delitto, il delin– quente non fa che eseguirlo•, facendo così eco al filosofo Platone che aveva scritto: .. Si dia ciò che occorre per com– prare le cose che necessitano, affinchè non si creino dei malfattori •· Pauperismo e criminalità sono strettamente legati. giacchè al povero .. fa difetto l'educazio– ne, la sussistenza, la vigilanza, la giusti– zia •. E' pertanto sutle cause che genera– no i delitti che si è appuntata l 'atteni.io – ne degli anarchici, e la causa principale è stata ritrovata nelle condiz,ioni sociali ingiuste ed alienanti. Di fronte alla difesa collettiva contro la delinquenza, conce– pita sino ad oggi, come vendetta pubblica, gli anarchici, se in una probabile fase tnmsitoria verso una società libera, a~– spicano elle il cosiddetto delinquente ven• ga curato come un ammalato, nella so– cietà anarchica pensano, che eliminate le cause accidentali del cosiddetto delitto, esso scomparirà e, se si dovesse verifica– re qualche atto nocivo alla collettività, esso 11011 potrebbe che incasellarsi nel campo vatologico e l'autore, quindi, cu– rato per essere restituito alla collettiviti2 stessa sano.
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