Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966

Ls Vorrei conclud~rc io anche se ri~ct? in p~rte quello che è già ~talo detto. Mi fa pbccrc ncorda1 lo 1>Cr un 1m,1cme cli cose, per la sua carica umana, quella comur.icab!lità, quella ri5-ata indimenticabile, quella sensibilità poetica, -.i potrchl>c dire. Chi ha perduto molto è secondo mc il piccolino che è entrato in casa pro– prio quando il nonno se ne andava. Porevano essere amici, nonostante la diffe. rcnza di età, e avere insieme bellissimi colloqui. Milano, novembre 1965 Parlando di "incontri,, e di "dolore,, E mili:1 Rensi, in un precedente nu– mero di questa rh ista (8-9 del 1965, pag. 536), ha sottolineato l'analogia di pcnsicm - e la somiglianza di espressio– ne - in tema di dolore, tra ~uo padre - il filosofo Giuseppe Ren,;;i - Kolncv e Leopardi. Bisogna convenire che l'ln. contro tra i detti pensatori è molto «significativo» e non dirò nulla cli nuo– vo ribadendo che la storia della filoso– fia e della letteratura è mollo ricca di questi •incontri• o «coincidenze• cli 1>ensicro, tanto che è facile riscontrare una sorprendente identità di vedute e di espressioni in autori vi,suti a secoli di distanza l'uno dall'altro. Con riferimento a Protagora, al quale si deve il relativismo filosofico ~ul pro– blema della conoscenza; a Leucippio che nsscriva già più di duemila anni fo. che tutto è materia nell'universo; ad E· picuro, che aveva già gettato le basi del ra2ionamen10 razionalista, :.,ffermando: il vero è quello che realmente si può vedere, o che la ragione concepisce con– formemente all'osserva7Jone; ad Anas. !'iagora, che aveva già, 20 e più secoli prima dei nostri grnndi scienziati, in• tuilo t'esh,lcnza degli atomi, si potreb– be affermare che sul terreno della spe. culazionc- filo~ofica, e in certa misura 46 anche scientifica, non c'è niente di nuo– vo sollo il sole. Citerò qualch:- <'SCmpio di «incontri• di pensiero e di analogia e d'espressio– ne Quando macMri e discepoli della teo– ria, o scuola egoistica, del secolo XIX (fra i quali Stirncr. Tucker e altri _in– dividualisti), affermano che l'altrui– smo non esiste, che «ogni azion.e tonta a vantaggio e soddisfazione del suo au– tore, anche nel caso che l'azione in quc• slione, porti prorillo e piacere ad altri• si incontrano col pensiero del filosofo greco Aristippo, il quale, duemila e pill anni, p1ima di loro. aveva lascialo det– to: «Tutto quello che facciamo lo fac– ciamo solo per procurarci piacere, an– che quando !moliamo la vita per un dio» o per un amico•. Quando il filosofo Rousseau e il pre– cursore del socialismo di Stato, G. Ma– bly proclamano, i! primo: «Tutli gli uo• mini vengono al mondo con gli stessi diritti•, - il secondo: «la natura non ha fatto dei ricchi e dei poveri, dei nobili e dei plebei• - s'incontrano col pensiero del brillante e, per i ~uoi tempi, molto ardito scrittore, Eticnnc dc la Boétie, il quale due secoli prima di loro aveva proclamato: «La base di ognl vera so-

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